Nella giornata di sabato 25 aprile una pattuglia della polizia stradale di Orvieto, in servizio di vigilanza sull’autostrada, è stata chiamata ad intervenire presso l’area di servizio Fabro est in quanto, secondo le segnalazioni giunte, vi era una famiglia con al seguito due bambine in preda a crisi di pianto e disperazione. Giunti sul posto, gli uomini della stradale, hanno acertato effettivamente, vicino ad un’utilitaria, la presenza di un uomo ed una donna e due bambine di nazionalità straniera, ma residenti da oltre 20 anni in Italia, che si disperavano in quanto dovevano accompagnare la loro piccola di 4 anni in Trentino per una visita ematoncologica (ne avevano un’altra di circa un anno al seguito) ma non avendo denaro per mettere benzina, non sapeva più cosa fare.
L’uomo ha allora spiegato ai poliziotti, con voce interrotta da singhiozzi e in lacrime ma tentando nel contempo, tuttavia, di incoraggiare la moglie e le bambine, che era lì fermo dalla sera del giorno precedente e che a causa dell’emergenza Covid-19 aveva perso il lavoro di fornaio e non aveva più soldi neanche per far mangiare la propria famiglia ma che si è dovuto per forza mettere in viaggio verso un città del trentino a causa della brutta malattia della figlia più grande.
Fino a quel momento, ha spiegato l’uomo, non aveva mai avuto problemi di sorta; avendo sempre lavorato onestamente era infatti riuscito a garantire una vita modesta ma serena alla sua famiglia ora però era giunto allo stremo economico. Agli ageti ha riferito che a quel viaggio non aveva potuto rinunciare per via della visita importante che doveva fare sua figlia. I poliziotti, dopo aver udito la disperazione raccontata dall’uomo, senza pensarci neanche un attimo, hanno organizzato una colletta consentendo cosi, alla famiglia in difficoltà, prima di rifocillarsi a dovere e, poi, di riprendere il viaggio verso la loro casa pagando loro anche il rifornimento di carburante necessario a raggiungere la località dell’importante visita. L’altra faccia della disperazione inflitta dal COVID 19 che, fortunatamente, grazie a quelli che da sempre sono definiti gli “angeli della strada” questa volta ha comunque avuto un lieto fine.
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