“Qualunque cosa l’uomo semini questa pure mieterà” San Paolo.
Di Clarissa Bellocci
Ascoltando le parole di San Paolo ci rimbomba la voce dell’anima che ripete silenziosamente il proverbio “Fai del bene e ti sarà restitutito”. Ognuno di noi prescindendo dal credo religioso, si affida al giudice più forte e bravo di tutto: il karma.
Quest’ultima parola etimologicamente significa azione e ci riporta ai tempi dell’Umanesimo secondo cui l’uomo è artefice della sua fortuna. Ricordiamo tutti il detto scolastico latino “Homo faber fortunae suae”. Buona parte della nostra vita dipende da quel dono eccezionale e straordinario che è il libero arbitrio. Non c’è posto per il destino o per l’ influenza astrale, siamo ciò che scegliamo di essere e facciamo ciò che scegliamo di fare.
Il karma si basa sulla legge della compensazione, che a sua volta è dominata dall’effetto boomerang. Ogni azione torna indietro, grazie a quel meccanismo ballerino di causa ed effetto. Detto questo non dobbiamo mai stancarci di fare del bene, di amare infinitamente e di aiutare il prossimo laddove si trovi in balia della peggior tempesta che la vita possa riservare: il cancro.
Cancro è una parola impronunciabile, è quella parola che sogniamo di cancellare dal vocabolario mondiale, è quella croce che intere famiglia portano pesantemente sulle spalle. Chi ha il cancro è nel limbo dantesco, a metà tra due universi. Oscilla tra la vita e la morte. C’è chi spera, perché come si dice finché c’è vita c’è speranza; chi si lascia andare e muore prima mentalmente che al livello cardiaco o cerebrale. Il cancro ha la puzza vomitevole delle pienissime corsie di ospedale, ha il suono assillante delle risonanze magnetiche, ha il colore di un sangue che non è più rosso come l’amore, ma viola come la morte. Un alternarsi di rassicuranti pacche sulle spalle e di partite a dadi, facilmente teatro di sconfitte. Nessuno sa dare una certezza, ma l’uomo sente sempre il bisogno di un punto fermo, della stella polare dei marinai. Marco Provenzani è un giovane ragazzo orvietano di trentasette anni, fa il fisioterapista, è fidanzato, ha svariati interessi, è sorridente e fiducioso con tutta la vita davanti.
Il primo mese del nuovo anno si apre con la diagnosi di un tumore maligno al fegato, già metastatizzato ad altri punti del corpo. Inizia così la corsa al protocollo fatto di chemioterapie e radioterapie, che unite ad una dieta personalizzata gli permettono una difficile sopravvivenza. La sua forma di carcinoma è molto rara, richiede eventuali terapie alquanto costose. La sua famiglia si è operata per inviare un campione di tessuto malato negli Stati Uniti, che i ricercatori analizzeranno per scoprire se è possibile inserire il paziente in un ciclo di cure sperimentali e all’avanguardia.
I soldi non fanno la felicità, ma ammettiamo con onestà fanno la differenza. Per certi tipi di trattamenti oncologici serve moltissimo denaro. Per questa sacrosanta ragione la famiglia di Marco ha iniziato una campagna di crowdfunding, speranzosa nel buon cuore della comunità della città di Orvieto, che se è davvero una città con la C maiuscola deve rimboccarsi le maniche e raccogliere i fondi necessari. L’obiettivo è arrivare ad un minimo di 100.000 euro.
Gli appuntamenti per raccolta dei fondi sono:
In data sabato 7 marzo dalle ore 10 alle ore 13 presso piazza Sant’Andrea si svolgerà la prima raccolta.
In data sabato 14 marzo stessi orari in zona Fanello (di fronte al supermecato) si farà la seconda.
Le associazioni partecipanti sono: Associazione Diamoci una mano, Rotaract Club Orvieto, Acli, Le note di Fra, Associazione 3.36 per Barbara & Matteo.
Se siamo umani e cittadini, ancora custodi di certi valori, dobbiamo scendere in campo e attivarci. Magari siamo solo una goccia nel mare, ma solo un insieme di gocce sono in grado di dare forma alla pioggia. Per mano, in nome dell’amore, del rispetto, di chi non ce l’ha fatta e della solidarietà aiutiamo chi nel giro di pochi mesi ha visto cambiare la sua vita. Coraggio Marco, tutti insieme combattiamo e vinciamo questa battaglia. [suggeriti]