I do not want to go back!!!!
“I want to stay here” è il ritornello che tutte le ragazze ed i ragazzi che sono iscritti allo Spring Semester delle università americane che operano ad Orvieto, hanno ripetuto più e più volte, spesso con gli occhi conditi da qualche lacrima facile facile. E’ bastato un mese e qualche giorno per farli sentire “ in heaven”, in paradiso. Ed è questo il piccolo segreto di Orvieto, che ti entra presto nel sangue, che fa dire ancora ed ancora, studente dopo studente, che si, beh …. Roma/Parigi/Amsterdam erano belle, ci siamo divertiti, si certo …… e qui un bel “ma però” sgrammaticato ci può stare …… è sempre bello tornare a casa, ad Orvieto, perché per loro questo è. Ed è una casa che dalla loro pelle non si stacca più, che anno dopo anno porta in visita studenti dei semestri passati, magari con figli appresso (sic!) o con i loro “significant others” (un sorriso te lo strappano sempre coi loro neologismi). Basta girare un pomeriggio per la città che li individui subito e non importa di quale college od università siano, già da come vestono tradiscono la loro provenienza. Fanno un misto di tenerezza e di rabbia quando li vedi comprare cose inutili o, peggio, cercare quel junk-food a loro familiare, per non parlare delle mamme italiane che guardano con sospetto misto ad incredulità quelle ragazze che se ne sono uscite di casa coi capelli ancora bagnati dopo la doccia, alzando gli occhi al cielo nella ricerca disperata di un aiuto divino che non verrà mai.
Il virus e la conseguente serie di misure, più o meno azzeccate, non hanno potuto evitare l’epilogo che nessuno si aspettava e, tantomeno, augurava. Programmi sospesi. Già il livello di guardia 2, alzato a fine febbraio dal Center for Diseases Control and Prevention (CDC), aveva messo delle pulci nelle orecchie degli amministratori degli atenei americani, (https://wwwnc.cdc.gov/travel/notices/warning/coronavirus-italy), amministratori che non possono non tenere in conto tutta una serie di fattori che, inevitabilmente, hanno portato alla sospensione dei programmi, soprattutto dopo il passaggio a livello 3. Solamente l’evoluzione dell’attuale situazione sarà in grado di dirci se le conseguenze a breve a medio termine saranno devastanti o più o meno attenuate.
Una cosa è certa: la scure s’è abbattuta anche su un comparto che da anni stava crescendo (per Arizona in Italy ci avviciniamo a celebrare il ventennale!) e pure su un gruppo di giovani americani entusiasti della loro sede di studio, dell’Italia, di Orvieto. E si sentirà presto la loro mancanza, soprattutto di sera, quando erano loro, magari un po’ caciaroni, a tenere viva la città. Ragazzi che senti un po’ “tuoi”, anche se ti devi andare a cercare sul web cosa significa l’awsome swag che ti attribuiscono, sarà il gap generazionale. Hope to see you all soon, guys and girls, we will miss you. (Claudio Bizzarri)