Il 29 marzo ad Orvieto ricordiamo i 7 Martiri di Camorena, fucilati dai fascisti.
La democrazia non è un monumento, la libertà non è uno slogan. I martiri di Camorena non ci hanno regalato due cose belle e fatte da lucidare ogni tanto.
Ci hanno regalato la possibilità di lottare per la libertà ogni giorno, contro l’illibertà che ogni giorno l’aggredisce e ci minaccia, e di costruire una democrazia sempre più forte e larga, contro l’anti-democrazia sempre attiva e in agguato, ogni giorno, dietro ogni angolo di strada, fin dentro le stanze delle nostre case. Le nostre case oggi luogo di reclusione per tutte e tutti noi. Se la libertà non è uno slogan, è la possibilità anche in un momento come questo di poter alzare una voce contro un modello di società basata sul profitto di pochi a danno di tante/i e che non restituisce mai niente. Allora ci piacerebbe che balconi e finestre fossero piene di striscioni con su scritto “diritto alla vita”, “più soldi alla sanità pubblica e meno alle armi”. Ci piacerebbe, perchè in questo troveremmo un altro modo di dare dignità a chi ci ha restituito la libertà.
Vorrei tanto ripiegare il tempo
come un foglio su cui disegnare
e riuscire ad arrivare a casa
prima che tu te ne debba andare
vorrei tanto essere un ingegnere
e inventare un aereo migliore
che l’oceano superi in un balzo
e mi porti in tempo al tuo dolore
vorrei darti queste mie parole
perchè tu le possa accarezzare
e poi farne una coperta rossa
che ti possa per sempre scaldare
e vorrei per tutta la mia vita
ricordarti nei tuoi giorni buoni
uomo libero da ogni tiranno
resistente all’urlo dei buffoni
R. Mantegazza
(Pedagogia della resistenza, 2003)
Associazione Centro di Documentazione Popolare di Orvieto – Confederazione Cobas – Comitati di Base dell’Orvietano