L’altro giorno una mia collega, bravissima tra l’altro, mi ha contattato e mi ha detto: “Roberto guarda che c’è un’altra collega che sta facendo il caos contro di me, sta cercando di distruggere tutto ciò che io faccio, mi ha addirittura segnalato all’Ordine degli Psicologi per presunte violazioni”. Gli ho detto: “Tranquilla è successo anche a me diverse volte, è successo a tutti noi psicologi che ci stiamo impegnando in un’opera di divulgazione sul web”.
Criticare è facile e lo è sempre stato. I criticoni ci sono sempre stati ma adesso, in questa epoca storica, abbiamo una grande esplosione di leoni da tastiera, di persone che dalla mattina alla sera non fanno altro che stare lì sui loro smartphone con le loro tastiere per criticare tutto ciò che fanno gli altri. Poi tu li vedi in giro e sono degli sfigati, ma nel frattempo loro stanno lì a distruggere.
Ti dicono: “Perché hai fatto quella roba lì? Ma non dovevi fare in quel modo! Devi fare in quest’altro modo! Fai troppi video. Fai troppi pochi video. Ma nei video che c’entra la chitarra? Ma perché parli solo psicologia?” E così via.
Qualsiasi cosa tu faccia troverai sempre qualcuno che ti critica e purtroppo la nostra vita è piena di questi personaggi. Dobbiamo imparare a conviverci e a non farci rosicchiare l’anima dagli haters e da coloro che giudicano buttando tonnellate di letame sulla gente.
Prima cosa da dire è che più fai qualcosa e più ti esponi, più vivi la tua vita e più sarai soggetto alla critica e al giudizio altrui. L’unico modo per non essere criticati è non fare nulla, ma anche se non fai nulla troverai qualcuno che ti criticherà perché non fai nulla! Diciamo la verità ragazzi, non se ne esce! Qualsiasi cosa tu faccia mettiti l’anima in pace ci sarà qualcuno a cui non andrà bene.
Ricordati però che ci sono anche tante persone a cui tu vai bene a cui quello che fai piace e che ti danno la carica per andare avanti!
Il fatto è che spesso basta una critica negativa per stare lì a rimuginarci tutto il giorno e per chiedersi continuamente: “Dove ho sbagliato?”. In realtà uno dei motivi per cui i criticoni esistono è che attraverso il criticare, attraverso il gettare letame, in qualche modo riescono spesso a mettersi al centro dell’attenzione e al centro della nostra vita. Oggi voglio farti 3 domande, 3 domande reminder da tenere a mente quando qualcuno ci critica in maniera più o meno aspra.
Queste domande ci possono aiutare in qualche modo a ritrovare la nostra strada.
1 – Da quale pulpito viene questa predica?
Se tu sei una persona esperta di psicologia, hai 10 anni 15 anni 20 anni di esperienza, hai fatto master, hai fatto esperienza all’estero ecc. hai fatto un po’ di quello che ho fatto anch’io, allora la tua critica ha un peso per me abbastanza importante. Ma se tu di psicologia non ne sai assolutamente nulla, mi devo chiedere: Da quale pulpito viene questa pratica? E’ una persona che ne sa o non ne sa nulla dell’argomento? Mi conosce o non mi conosce? Perché spesso le persone che criticano di più sono quelle che meno ne sanno di quell’argomento, fai attenzione!
2 – Cosa posso prendermi da questa critica?
All’interno di questo grande letame che ti arriva addosso probabilmente c’è qualche cosa di interessante. Non sempre c’è, ma se tu ti metti in una dimensione di apprendimento puoi cercare di imparare qualcosa e chiederti: “Cosa c’è di interessante all’interno di quello che mi sta dicendo?”.
Mi è capitato che in alcuni casi dopo una prima reazione: “Ma tu guarda insomma come devo essere trattato?” poi ho detto, uscendo dal vittimismo: “Cosa posso imparare da questa critica?”. Magari da lì ti possono arrivare degli spunti interessanti di crescita e di miglioramento. Prendere la critica come spunto di crescita non significa che devo ringraziare quella persona perché mi sta trattando a pesci in faccia, questo no! Ma nel buio della mia cameretta mi chiedo: “Cosa posso imparare da questa critica? Come posso renderla una fonte di ispirazione e miglioramento?
3 – Come faccio a non farmi coinvolgere emotivamente e a volgere questa situazione a mio vantaggio?
Non lasciarsi coinvolgere emotivamente non è una roba facile. La nostra tendenza è quella di ritornare più volte con la nostra mente lì, dove c’è qualcosa che ci fa star male. La lingua batte dove il dente duole! Quindi se hai 50 recensioni positive e una negativa, tenderei a focalizzarsi su quella negativa. Una mia paziente che gestisce un Bed and Breakfast mi diceva: “E’ proprio questo Roberto, non riesco a togliermi dalla testa le parole di quell’unica recensione negativa, e so anche che stanno dicendo il falso!”.
L’altra domanda è: “Come faccio a volgere questa cosa a mio vantaggio?”
Spesso da una recensione negativa possono nascere tante cose positive, ad esempio la solidarietà delle altre persone intorno a te o il fatto che tu riesci a rispondere in una maniera professionale e adeguata senza lasciarti tirar dentro quella melma. Sta di fatto che si vivremo e camperemo tutti meglio se ci fossero meno haters in giro, meno giudici, meno criticoni meno e persone che ti vogliono insegnare a vivere! Però questo è la situazione, dobbiamo imparare a affrontarla e a non farci coinvolgere troppo.
Ricordati che: fare a pezzi è il lavoro di chi non sa costruire.
dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta
Studio “Psicologia e Vita”
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