Un’ esperienza ricca di emozioni quella vissuta sul palcoscenico del teatro “Sala del Carmine”, dagli studenti del secondo anno del Liceo delle Scienze Umane di Orvieto e dagli attori della Compagnia di Teatro Integrato Amleto in Viaggio. Esercizi teatrali ed improvvisazioni sono stati motivo di relazione e d’incontro fra le diverse abilità, e lo spazio scenico è divenuto reale contesto di empatia e di integrazione. Un ciclo breve ma significativo di tre laboratori teatrali in cui studenti, insegnanti, attori con disabilità, educatori e volontari hanno avuto la possibilità di sperimentarsi sul palco. Diretti dalle registe Felizitas Scheitch ed Elisabetta Moretti, i partecipanti hanno condiviso momenti di collaborazione e di sincera solidarietà, e si sono messi in gioco affrontando con leggerezza le difficoltà della recitazione.
Appare significativo quanto riportato dagli studenti del Liceo a conclusione del percorso: “ci siamo resi conto che l’unico modo per interagire con gli altri sul palcoscenico è quello di lasciar cadere pregiudizi e timori, portando in scena noi stessi e la nostra fisicità “trasparente”, “ascoltando” e “attivando” le storie di vita di chi, nonostante le difficoltà, è animato da una profonda gioia di vivere che esce e si esprime in forme nuove e sempre originali”. Il ciclo d’incontri dall’evocativo nome “Cambiamenti”, fase del progetto “Uno, due, tre, basta!” dell’Associazione Culturale di Arti e Teatro integrato Amleto in Viaggio, è stato realizzato grazie al contributo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Importante il sostegno dei servizi della USL Umbria2 e della Cooperativa Sociale Il Quadrifoglio che da sempre agevolano la partecipazione degli utenti dei centri diurni del territorio “La Porta del Sole” e “L’Albero delle Voci”, alle attività teatrali.
La proposta, fortemente sostenuta dalla dirigente del plesso scolastico dott.ssa Cristiana Casaburo, ha preso forma grazie al coordinamento delle professoresse Antonella Rellini e Silvia Michelangeli, ed alla presenza attiva degli insegnanti. Questa prima riuscita collaborazione è un ottimo esempio di cooperazione tra scuola ed extrascuola, per un modello educativo che oltrepassa i banchi e rende ancor più vivo l’insegnamento, calandosi nella realtà territoriale e divenendo ricchezza per l’intera comunità. Un’esperienza positiva che sarà certamente premessa per future nuove collaborazioni.