VITERBO – La città dei Papi, meta di tanti pellegrini in cammino verso la Città Eterna, ospiterà all’interno della Chiesa di San Sisto, domenica 6 ottobre alle ore 17,30, un concerto che vuole valorizzare ciò che il territorio custodisce.
I protagonisti della serata, distinta in momenti diversi, ci racconteranno con la Musica la storia della Cripta e della Basilica. All’interno della Cripta i Canti Gregoriani del Coro Francigeno ci riporteranno alle origini del luogo; nella chiesa le musiche di Bach suonate al Violoncello dal maestro Cristiano Bellavia ci richiameranno all’epoca del rifacimento della Basilica stessa; infine per arrivare ai tempi moderni, La corale “San giovanni di Bagnaia, diretto dal maestro Loredana Serafini accompagnato all’organo da Ferdinando Bastiani, proporrà un repertorio sacro passando da Cesar Franc al compositore Cesare Dobici nativo di Viterbo.
L’evento sarà arricchito, da “Note storiche della cripta ” dall’architetto Renzo Chiovelli.
La chiesa di San Sisto, di cui abbiamo notizie fin dall’XI secolo d.C., nel corso del tempo ha subito diverse modifiche, l’ultima delle quali risale al secondo dopoguerra ed è testimoniata da una lampada votiva e da alcuni elementi marmorei che ne ricordano i caduti. L’interno è costituito da tre navate, divise da dieci colonne, alcune con capitelli dagli elementi di stile corinzio, altre con volute ioniche con gruppi circolari di foglie. Particolare è la quinta colonna perché è formata da quattro colonne minori disposte a spirale. Nella navata di sinistra si trovano due tabernacoli, uno di marmo risalente al XV sec., l’altro di stile Gotico, risalente al XVI sec.. Il presbiterio è stato aggiunto nel XII o XIII secolo, è rialzato rispetto al piano della chiesa ed è coperto da una volta a botte sorretta da due pilastri. A destra si trova il dipinto “Madonna con Bambino e Santi” di Neri di Bicci datato 1457 d.C.. Nell’abside centrale, semicircolare e inglobata nella cinta muraria, si trova un altare con elementi di stile Longobardo. Dei due pulpiti che si trovano nella chiesa uno era il più importante perché destinato al sacerdote, mentre il secondo, più piccolo era destinato al diacono. Un pozzetto proveniente da qualche villa romana della zona è stato trasformato in fonte battesimale e posto alla destra dell’ingresso. Infine nella cripta, alla quale si accede dal lato sinistro o dall’esterno, si trova una mezza colonna con una iscrizione datata 1618 che è stata riportata alla luce da poco tempo.
Con il patrocinio del Comune e della Diocesi di Viterbo l’invito è esteso a tutti.
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