Riceviamo da Andrea Scopetti, segretario “dimissionario” PD di Orvieto e pubblichiamo
Come sta ormai facendo dal giorno della sua nomina a Commissario del Partito Democratico dell’Umrbia, l’Onorevole Valter Verini, continua a perseguire la strada della discordia, della divisione, della disgregazione del partito regionale e in special modo della storica realtà Orvietana. Invece di trovare la necessaria possibilità di riaprire un dialogo serio e costruttivo sul presente e sul futuro del Pd di Orvieto e sul futuro del centrosinistra orvietano continua a gettare inspiegabilmente benzina su un fuoco che, però, si è ormai spento da tempo, proprio a causa delle sue decisioni (NON decisioni) relative alle ultime elezioni comunali.
Due “ologrammi”, Verini e il compagno De Rebotti, che con la strategia dell’indifferenza hanno peggiorato e affossato la già complessa situazione politica del Pd di Orvieto. Non consci di quanto hanno prodotto nelle candidature e durante la campagna elettorale, portando il partito in un terreno sconosciuto fuori da ogni regola statutaria, etica e morale dei principi fondanti, ora tentano di rianimare il Pd locale con una convocazione dell’assemblea degli scritti sostenendo di ripartire da Giuseppe Germani, dimenticandosi che l’ormai ex sindaco non solo deve spiegare perché ha tenuto fuori dalla sua campagna elettorale una larga fetta di iscritti al Pd, ma altrettanto ha deciso in consiglio comunale di farsi capogruppo di un’altra lista.
Forse i due ologrammi, Verini e il compagno De Rebotti, hanno in serbo una nuova strategia: quella di far scomparire definitivamente il Pd e magari trasformarlo in Civici e Riformisti? Le apparizioni fugaci, come quelle che fece Verini in campagna elettorale per sostenere i suoi amici candidati alle europee in una serata dove era “consentito” promuovere solo Smeriglio – Laureti – Gualtieri e non altri, non servono al Partito Democratico dell’Umbria e soprattutto a quello di Orvieto.
Un Commissario che si rispetti dovrebbe innanzitutto trovare il modo di mitigare e riunire le anime del partito, specie quando si è di fronte a importanti appuntamenti elettorali. Altrettanto, nella specifica situazione umbra, dovrebbe avere la schiena dritta e l’anima nobile di non riversare i malumori della sua sconfitta congressuale, sulla gestione commissariale che gli è stata affidata.
Oggi il Partito Democratico, ridotto ai minimi termini, deve trovare la forza per rialzarsi non continuando ad alimentare le divisioni, ma lavorando per ritrovare l’unità. Prima di tutto riconoscendo, tutti, nessuno escluso, le responsabilità che hanno contraddistinto il ridotto apprezzamento dell’attività amministrativa di Germani e della sua Giunta, le cause della sconfitta elettorale e le difficoltà di dialogo all’interno del Pd. Solo con un ritorno alle regole e con uno sforzo comune, incentrato verso il chiarimento, come hanno cercato di spiegare gli attuali reggenti del coordinamento comunale del Pd, si può ripartire. Unendo e non disgregando si ritornerà a dare un futuro al Partito democratico di Orvieto. [suggeriti]