Integrazione e innovazione: in questi due termini può essere individuata la chiave di lettura del Piano sanitario 2019 – 2021 preadottato dalla Giunta regionale dell’Umbria lo scorso 8 maggio e i cui contenuti sono stati illustrati nel corso di un incontro che si è tenuto nella sede della Scuola di Pubblica Amministrazione di Villa Umbra a Perugia-Pila, alla presenza del presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, e dell’assessore regionale alla Salute, Antonio Bartolini che ha aperto i lavori con i direttori regionali Luigi Rossetti e Walter Orlandi.
Sono intervenuti i commissari straordinari delle Aziende sanitarie regionali, il vicesindaco di Perugia, Gianluca Tuteri, il sindaco di Gubbio, Filippo Stirati, rappresentanti di Anci Umbria e del Comune di Terni. “Dopo la preadozione del Piano da parte della Giunta regionale – hanno spiegato il presidente Paparelli e l’assessore Bartolini – oggi abbiamo organizzato un incontro divulgativo sui contenuti con i protagonisti del mondo della sanità. Si tratta di un Piano sanitario che guarda al futuro e alle sfide che pone l’invecchiamento della popolazione, la lotta alla cronicità e le dinamiche finanziarie, le cui parole chiave sono innovazione e integrazione. Innovazione che non è intesa solo come investimento in nuove tecnologie, ma anche come valorizzazione delle professionalità, ovvero di quel capitale umano il cui lavoro ha permesso di raggiungere grandi risultati”.
Il driver per l’innovazione dei servizi è quindi anche l’integrazione: infatti uno degli aspetti più critici, connessi con l’offerta di un’assistenza di elevata qualità è rappresentato dalla necessità di un miglior coordinamento e da una più stretta integrazione Ospedale-Territorio, in una logica di rete al fine di garantire la presa in carico del paziente fragile in un percorso assistenziale di continuità delle cure e di appropriatezza”.
Il presidente Paparelli ha evidenziato che “il Piano oltre a rappresentare un atto di programmazione di grande importanza perché riguarda la salute dei cittadini, è anche un atto politico che lasciamo in eredità a chi verrà, con l’auspicio che ne completi in tempi brevi l’iter visto che in esso ci sono le indicazioni per poter passare da Regione già Benchmark per appropriatezza delle cure e alta qualità di servizi ad una Regione sempre più avanzata in campo sanitario. A tal fine – ha aggiunto – il Piano punta all’integrazione che è uno degli obiettivi già consegnati ai Commissari e che, in parte, verranno realizzati nelle prossime settimane per contribuire a risolvere alcuni problemi, come l’abbattimento delle liste d’attesa”.
L’integrazione proposta dalla programmazione regionale con il fine di migliorare gli effetti sulla popolazione in termini di risultati clinici, di efficienza e di soddisfazione prevede il coinvolgimento della molteplicità dei professionisti e dei servizi a 360 gradi: quindi, integrazione tra Aziende Ospedaliere e ospedali di base; tra assistenza ospedaliera e cure primarie/intermedie; nonché lo sviluppo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali.
Infatti, come raccomandato dall’Europa, organizzare servizi sanitari integrati risulta più efficace per la gestione delle malattie non trasmissibili e malattie croniche, perché possono migliorare la qualità delle cure, dare un accesso più sicuro, diminuire i ricoveri inutili e ripetuti e aumentare l’aderenza al trattamento. Inoltre, l’offerta di servizi sanitari integrati, oltre a rispondere ai principi di efficienza, contribuisce direttamente al miglioramento dei risultati di salute e di maggiore benessere e qualità della vita, con benefici risvolti economici, sociali e individuali. Il superamento della dicotomia ospedale/territorio e della frammentazione dei servizi territoriali potrà essere effettivamente perseguito con la piena realizzazione delle cure primarie e intermedie, operando secondo la logica del “chi è in grado di dare la risposta in modo più appropriato, efficace, efficiente e nel luogo e nei tempi più adeguati”.
Accanto a queste che possono essere definite come le direttrici chiave del Piano si possono evidenziare alcune direttrici di accompagnamento il cui perseguimento è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi primari. Le principali azioni di intervento – ha spiegato la dottoressa Manuela Pioppo dell’Usl 1 in apertura dell’iniziativa – sono sintetizzate nell’acronimo P.O.G.E.T.T.O. – Ovvero, promuovere la valorizzazione degli operatori sanitari, riconoscere i protagonisti, offrire cure in qualità, sicurezza, con le tecnologie più avanzate, garantire la riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, estendere i programmi di prevenzione in tutte le fasi della vita, tutelare le fasce di popolazione, tracciare le attività e trasferire le informazioni, orientare l’accessibilità ai servizi.