La Banca Popolare di Bari replica alla lettera diffusa nei giorni scorsi dal presidente della Fondazione Cro Gioacchino Messina precisando alcuni passaggi circa le affermazioni relative alla formazione della perdita della Cassa nel 2018.
“Nei 10 anni ormai trascorsi dall’acquisizione del controllo della Cassa, la Banca Popolare di Bari ha operato con l’intento principale di mantenere il ruolo di prossimità al territorio e di attenzione alle esigenze delle economie locali. Il tutto senza dimenticare i legittimi interessi degli azionisti, ai quali dal 2009 la Cassa ha distribuito dividendi per 17,2 milioni, di cui 4,5 milioni a diretto beneficio della Fondazione per sostenere lo sviluppo delle proprie attività istituzionali, a vantaggio soprattutto del territorio orvietano.
Le risorse finanziarie costituite dalla raccolta della clientela della Cassa sono state sempre e sistematicamente reimpiegate nello stesso territorio, al servizio principalmente delle piccole imprese, degli artigiani e delle famiglie. Gli importi erogati per finanziamenti assommano in questi anni a svariate centinaia di milioni. Tra il 2008 e il 2018 gli impieghi netti della Cassa sono passati da 662 a 931 milioni, la raccolta diretta da 663 a 1.053 milioni, l’indiretta da 217 a 532 milioni, il totale delle attività da 756 a 1.376 milioni.
In più, la Capogruppo ha fornito in diversi anni le risorse finanziarie che hanno consentito alla Cassa di acquisire liquidità aggiuntiva che, adeguatamente investita in titoli di Stato, ha generato nel quinquennio 2013-2017 utili da negoziazione per 16,6 milioni, andati evidentemente a beneficio anche della Fondazione in quanto azionista di rilievo.
In un arco temporale caratterizzato da una profonda crisi, se non da un fase di prolungato declino, del tessuto economico della zona di riferimento, la Cassa continua a rappresentare una delle poche realtà significative in termini occupazionali, sia direttamente che come indotto, nel pieno rispetto delle leggi e, soprattutto, delle Persone.
Così come si devono a questo punto ricordare i milioni di euro che la Banca Popolare di Bari – direttamente e non attraverso la Cassa – ha erogato a favore di iniziative radicate nella città di Orvieto, accogliendo le indicazioni provenienti dalla Fondazione. Detto questo, le affermazioni relative alla formazione della perdita della Cassa nel 2018 meritano importanti precisazioni.
Le motivazioni principali della perdita di 32,4 milioni si riferiscono a:
1. l’integrale rettifica degli avviamenti ancora presenti in bilancio, pari a 30,9 milioni., una posta che trae origine dall’acquisizione di sportelli da parte della Cassa, avvenuta nel 2009, nonché da ulteriori sportelli conferiti da Banca Popolare di Bari nel 2011 (operazione, quest’ultima, all’epoca approvata anche dalla Fondazione), in ottica di accorpamento in una unica entità della rete territoriale umbra di Gruppo. La rettifica degli avviamenti, applicata in linea con gli orientamenti assunti dall’intero sistema sulle voci contabili intangibili a vita indefinita, non ha avuto alcun riflesso né sui coefficienti patrimoniali regolamentari, né sul valore intrinseco della Cassa.
2. le rettifiche nette su crediti e perdite da attività finanziarie per 9,9 milioni (4,6 milioni nel 2017), inclusa una perdita di circa 5 milioni a fronte di una cartolarizzazione di crediti in sofferenza perfezionata nella seconda parte 2018. Le operazioni più significative, anche per gli impatti sul bilancio 2018, sono state tutte effettuate al termine di ampie valutazioni, sempre dettagliatamente documentate, nel rispetto delle norme contabili e dell’approccio prudenziale e con il consenso unanime del Consiglio di Amministrazione.
Non corrisponde al vero che:
-senza le citate operazioni il bilancio della Cassa avrebbe evidenziato un utile di 3,4 milioni. E’ un mero calcolo matematico, che esclude le componenti fiscali e non considera l’ipotesi che la Cassa avrebbe comunque dovuto svalutare, in tutto o in parte, quelle posizioni a sofferenza a fronte delle quali si è generata l’ulteriore rettifica di 5 milioni:
-non si capisce in che modo l’”azionista barese” avrebbe tratto beneficio dalle medesime operazioni, visto che ha a sua volta svalutato il valore della propria partecipazione nella Cassa, per il medesimo importo di 30 milioni, e che ha anch’esso registrato a bilancio perdite a seguito della cartolarizzazione delle proprie sofferenze;
-sempre con riferimento alla cartolarizzazione delle sofferenze, l’affermazione che l’operazione è stata fatta tra “controllante e controllata” è tanto falsa quanto tecnicamente errata. La Banca Popolare di Bari e la Cassa di Risparmio di Orvieto hanno partecipato ad un’operazione che ha visto coinvolte complessivamente 17 banche, ciascuna della quali ha apportato il proprio portafoglio di NPL, trattato in maniera del tutto separata e autonoma.
La Banca Popolare apprezza, ovviamente, i riferimenti del Presidente della Fondazione al fatto che la Cassa sia una banca “sana, con i ratios patrimoniali adeguati, con una qualità dei crediti in linea e in alcuni casi migliore di altre banche italiane più grandi e blasonate”. Valutazioni condivise, i cui meriti vanno attribuiti in primo luogo agli Amministratori passati e attuali, al management e al personale della Cassa che il rappresentante della Banca presente in Assemblea ha tenuto a ringraziare, ma che evidentemente testimoniano i buoni risultati dell’impegnativo lavoro che la Banca Popolare di Bari, in quanto responsabile della gestione della Cassa, ha svolto in questo decennio.
Un lavoro che sta continuando nel 2019, con l’intento di pervenire a risultati positivi, nonostante il permanere di un contesto esterno ancora molto difficile. In merito alla richiesta del Presidente della Fondazione di “conoscere il destino della CRO”, la Banca fornirà aggiornamenti in presenza di novità significative. In ottica di massima trasparenza, il bilancio 2018 della Cassa di Risparmio di Orvieto verrà tempestivamente messo a disposizione del pubblico sul sito Internet.
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