ORVIETO – Franco Raimondo Barbabella ha presentato un’interrogazione al sindaco per chiedere se non sia il caso di cominciare a pensare ad una candidatura di Orvieto come patrimonio dell’umanità. Dopo che nei giorni scorsi, l’UNESCO ha inserito le colline venete ed il loro famoso vino – spumante, il Prosecco, nella lista dei luoghi prestigiosi da salvaguardare, sulla Rupe si è tornati a parlare della possibilità di poterne far parte: la città fondata dagli Etruschi sul suo trono di tufo, l’ineguagliabile gotico del Duomo, l’opera ingegneristica unica nel suo genere del pozzo di San Patrizio, cos’hanno da invidiare agli altri luoghi ritenuti patrimonio dell’umanità da salvaguardare?
Non è la prima volta che a Orvieto si parla di questo argomento, lo scorso anno, con un tweet, anche Vittorio Sgarbi – che non ha mai amato particolarmente le scelte operate dall’organismo ONU con sede a Parigi – si chiese se l’UNESCO fosse un ente utile, portando ad esempio proprio la città della Rupe: “L’UNESCO? Ente inutile. Pensate che nella lista dei siti continua a tenere fuori Orvieto”, scrisse il critico d’arte. Eppure, come riporta l’interrogazione di Barbabella, “non solo il Duomo di Orvieto ha caratteristiche tali da poter/dover essere annoverato tra i monumenti patrimonio dell’umanità, ma la stessa città, per il suo costituirsi come un unicum di natura e cultura, giustifica da tempo la procedura di candidatura da parte dell’Italia”.
La storia della città, i suoi monumenti, il suo paesaggio, sono elementi che contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale del pianeta e nessuno lo potrebbe negare. Quello che è certo è che l’iter per entrare nelle liste UNESCO è lungo e complesso ed il risultato non sempre scontato, basti pensare che in tutta l’Umbria, che di patrimonio storico, artistico e culturale è strapiena, i riconoscimenti sono solamente due: Assisi e i luoghi francescani e le vestigia longabarde presenti nello spoletino. Per Barbabella occorre partire subito per programmare, fare squadra, coinvolgere tutte le istituzioni; l’ex sindaco chiede innanzitutto unità d’intenti, portando ad esempio Matera la cui candidatura ha portato la città lucana al centro dell’interesse mondiale, non senza difficoltà enormi, affrontate però di comune accordo tra tutti i soggetti interessati. Tra l’altro pochi anni fa il monte Peglia è entrato a far parte dei siti MAB UNESCO e proprio questa sinergia tra paesaggio, ambiente, biodiversità, storia, arte, cultura, potrebbe trovare ad Orvieto un unicum che ne farebbe un sito di eccellenza e di tutto riguardo. (Gabriele Marcheggiani)
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