Gli ultimi dati Istat sulla povertà relativa in Umbria non sono positivi, il fenomeno povertà è aumentato di quasi due punti percentuali in un anno, passando dal 12,6 per cento del 2017 al 14,3 per cento del 2018. Circa 55mila le famiglie coinvolte, per un totale di 155mila persone.
“Questi numeri – commenta l’esponente di UmbriaLeft Stefano Vinti – confermano in cifre quello che si avverte frequentando e ascoltando i cittadini, i giovani, i lavoratori per strada, nelle fabbriche o negli uffici. Il dato umbro è il peggiore del centro Italia e avvicina la nostra regione più al dato sociale del Mezzogiorno che a quello del nord”.
Se, infatti, nelle regioni settentrionali l’incidenza della povertà è del 6,6 per cento, al meridione è del 22,1 per cento. La percentuale media del centro Italia è dell’8,7 per cento, così ripartito: Toscana al 5,8%, Marche al 10,7% e Lazio al 7,3%. Anche i dati di Bankitalia non aiutano ad essere ottimisti.
Le famiglie umbre che hanno un livello di spesa inferiore allo standard minimo accettabile sono il 9,3 per cento, contro il 6,9 per cento della media nazionale.
“I dati parlano chiaro – continua Stefano Vinti –, il declino sociale dell’Umbria non si arresta. Bisogna ripartire da questo dato, duro e preoccupante, per avviare nuove politiche di contrasto reale alla povertà e di sostegno concreto alla domanda di beni e servizi. Occorre iniziare una nuova stagione di investimenti pubblici, attraverso il potenziamento dello stato sociale regionale, lo sviluppo della base occupazionale e la lotta alla disoccupazione e alla precarietà, il sostegno al reddito e la definizione di politiche, nuove, incisive e alternative all’austerità e al liberismo”.
fonte: avinews