Imprese di piccola e media dimensione a conduzione familiare, accomunate dall’aver continuato la tradizione di famiglia, con investimenti in ricerca e sviluppo spesso ridotti, mediamente orientate a una programmazione a breve periodo, con un fatturato importante proveniente dall’estero e in particolare dagli Stati Uniti. Sono alcune delle caratteristiche del comparto della ceramica umbra emerse dall’indagine a campione effettuata nell’ambito del progetto Interreg Europe “Clay”, finalizzato a sostenere la competitività delle piccole e medie imprese ceramiche e che, con la Regione Umbria come capofila, riunisce sei partner europei che hanno importanti tradizioni ceramiche e un bacino crescente di piccole e medie imprese innovative.
“L’Umbria – sottolinea il presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli – si colloca al vertice europeo della ceramica con questo progetto per il rilancio competitivo di un comparto storico di grande rilevanza. Lo studio dei punti di forza e di debolezza nelle varie realtà regionali è uno dei passaggi chiave di ‘Clay’ che, attraverso la condivisione di buone pratiche e soluzioni che coniughino tradizione e innovazione, accelerando e migliorando l’ideazione e lo sviluppo di nuovi prodotti, nuovi processi industriali e servizi, intende sostenere il settore della ceramica artistica e artigianale che è stato particolarmente colpito dalla crisi economica, dalla concorrenza a basso costo e accesso limitato ad alcuni mercati extra Unione europea”.
L’indagine, conclusa nel secondo semestre del progetto, è stata effettuata dagli uffici competenti della Regione Umbria (Servizio Internazionalizzazione del sistema produttivo e finanza d’impresa) attraverso un questionario su un campione rappresentativo che ha interessato diverse categorie di attori economici e istituzioni locali, fra cui le amministrazioni comunali di città d’arte e poli di riferimento della ceramica umbra come Gualdo Tadino, Deruta e Gubbio, e ha analizzato in particolare l’assetto delle imprese, l’occupazione, i canali di marketing e l’export, la propensione alla formazione professionale, con un approfondimento dedicato all’innovazione da cui si riscontra la necessità di innovazione nel processo, nel prodotto e nelle strategie di marketing.
I partecipanti all’indagine hanno tra l’altro individuato le innovazioni predominanti da attuare nel marketing (con il 79,3% delle preferenze) e l’innovazione di prodotto (con il 62,1%). L’innovazione di processo ha avuto il 48,3% delle preferenze. Le principali barriere all’innovazione, secondo l’opinione degli intervistati, vede con il 72,4% la “mentalità e pratiche troppo legate ai tradizioni prodotti e processi”, “bassa conoscenza delle potenziali innovazioni di settore” con il 62,1% e “basso livello di risorse da investire nelle Pmi” con il 58,6%. Alla tipologia di supporto per rilanciare l’economia del settore ceramico, predominante l’opzione relativa agli aiuti finanziari ed economici con il 69%, i programmi di formazione hanno raggiunto solo il 48,3 per cento. Dall’indagine svolta, i settori che possono supportare l’innovazione nel settore della ceramica sono le Ict (le nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione) con il 41,4%, la Moda e il Tessile con il 51,7% e le Nano e Biotecnologie con il 65,5 per cento.
In vista dell’avvicinarsi della seconda parte del progetto “Clay”, dedicata alla definizione di un piano d’azione per migliorare e integrare politiche e strumenti regionali per il futuro della ceramica, dall’analisi dei fabbisogni emergono alcune linee di indirizzo: “L’analisi ha mostrato molte criticità – si evidenzia nelle conclusioni – e l’intervento delle istituzioni pubbliche nel supporto dell’attività e nell’incrementare innovazione risulta essere di vitale importanza. La ricerca, in tal senso, può essere una delle pratiche da attuare affinché il settore possa risollevarsi dallo stato di ‘sofferenza’ in cui è si trova. Applicare collaborazioni, dar vita a nuove forme di ‘commitment’ aziendali tra altri soggetti come i designer e\o creare un connubio proficuo tra altri settori economici come quello della moda sembra poter essere una proposta da poter portare avanti”.
Tenere insieme tradizione e innovazione: è la sfida che hanno identificato tutti i partner del progetto, che coinvolge oltre all’Umbria per l’Italia, enti e associazioni di Francia, Portogallo, Romania, Spagna e Finlandia. L’obiettivo generale è quello di garantire che gli strumenti politici siano adattati e migliorati per supportare le nuove esigenze del comparto ceramico. Sono stati anche individuati ulteriori obiettivi che si appoggiano su iniziative trasversali e intersettoriali: promuovere l’innovazione nel processo produttivo della ceramica artistica avvalendosi dei progressi nell’Ict e nell’automazione che potrebbero contribuire a ridurre costi e tempi di gestione e produzione; promuovere l’innovazione nel processo di progettazione e nel prodotto finale per intercettare la richiesta crescente di mercato di design moderno e funzionalità avanzate; promuovere l’innovazione nel marketing e nella vendita di prodotti ceramici artistici.