ORVIETO – Si è concluso da pochi giorni il progetto “Custodi del Territorio”, iniziativa ideata e realizzata dalla Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” di Orvieto nell’ambito delle misure sull’invecchiamento attivo promosse e finanziate dalla Regione Umbria. Punto di arrivo del progetto, che ha messo in movimento decine e decine di persone e suscitato non pochi apprezzamenti, il seminario finale svoltosi al DigiPASS di Orvieto al quale hanno partecipato i partner dell’iniziativa (Cooperativa MIR, Unitre dell’Alto Orvietano, Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto) e gli stakeholder del territorio (Zona sociale n.12 e Ancescao).
Durante il pomeriggio la Dott.ssa Catia Bartolini ha ripercorso le principali azioni di un progetto finalizzato all’acquisizione e alla trasmissione di competenze e saperi correlati alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale locale e alla sperimentazione di “officine” artigianali, dove è stato possibile esercitare quel saper fare che rischia di essere cancellato anche dalla memoria pratica del territorio.
L’idea dei “Custodi del Territorio” è stata quella di costruire percorsi di conoscenza dei beni locali, rivolti a persone over 65, così da informare e formare un gruppo di “narratori dei luoghi” all’esercizio di forme innovative di “volontariato culturale”. Tre i temi trattati con docenti esperiti della materia: l’archeologia etrusca, le pievi e le chiese rurali, la geologia. L’esperienza ha funzionato così bene che all’entusiasmo dei partecipanti ha corrisposto una convinta apertura di alcune istituzioni e responsabili di musei, i quali si sono mostrati disponibili alla realizzazione di accordi per garantirsi la collaborazione dei “Custodi”.
“Abbiamo lavorato al progetto – ha detto Catia Bartolini della Coop. Soc. il Quadrifoglio e referente dell’iniziativa – con entusiasmo. L’idea era buona ma la passione dei partecipanti ha davvero esaltato questa esperienza. Abbiamo capito che la capacità di narrare il territorio, la storia e la bellezza non è prerogativa di nessuna categoria anagrafica. I nostri “Custodi” amano le loro terre, ne conoscono le fibre e il genius loci. Nei loro racconti c’è un pathos speciale che diventa immediata capacità di comunicare. Siamo contenti perché la qualità della proposta e del lavoro degli esperti e degli operatori è diventata oggetto di studio relativamente all’attivazione di buone pratiche sul tema dell’invecchiamento attivo”.