ORVIETO – La Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’apprendere, direttamente da Banca Popolare di Bari, della proposta vincolante, presentata da Sri Group, per l’acquisto della partecipazione di proprietà della Banca barese, è “disponibile ed attenta a valutare, senza pregiudizi, l’iniziativa espressa da SRI verso la Cassa di Risparmio di Orvieto”.
La Fondazione guarda con interesse alla volontà, dichiarata da SRI, di creare sinergie e realizzare con la stessa un piano che dia vita ad un progetto di sviluppo sul territorio, capace sia di portare competenze tecniche, sia di collocare Cassa di Risparmio di Orvieto e la città di Orvieto in una posizione di maggiore rilievo. Il ruolo della Fondazione è da sempre quello di azionista di minoranza che, in Cassa di Risparmio di Orvieto, difende la propria partecipazione in tutte le sedi istituzionali.
Diverse le attività della Fondazione, che hanno sempre informato gli Organi competenti, chiamati a vigilare sulla Cassa di Risparmio, le sue attività e quelle in corso di svolgimento per riportare alla normalità il citato Istituto. Tra queste, appunto, è prevista la cessione della partecipazione in Cassa di Risparmio di Orvieto.
Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Orvieto, Gioacchino Messina, ha commentato: “Stiamo seguendo con molta attenzione lo sviluppo dell’operazione con SRI e renderemo noto il nostro pensiero allorquando saremo in possesso di tutte le informazioni utili e necessarie. Siamo, comunque, positivamente impressionati dall’interesse manifestato da SRI, perché riteniamo che la Cassa di Risparmio di Orvieto sia una banca solida, le cui difficoltà vanno ricercate principalmente nelle ricadute negative causate dalle inefficienze della capogruppo.
I fondamentali lo dimostrano: CET1 a quasi il 12% (la Banca Popolare di Bari al 9 % a giugno), NPL al 2% e NPE al 6% (la Banca Popolare di Bari 18% a giugno) e liquidità ampiamente sopra i minimi. Sono indici ampiamente migliori rispetto a molte banche italiane, compresa la stessa Banca Popolare di Bari, i cui organi sociali ad oggi non hanno approvato il bilancio 2018 e a cui il revisore non ha ancora rilasciato la relativa certificazione per ragioni legate alla continuità aziendale.
Purtroppo, questi numeri sono gravati dall’incidenza dei costi che derivano sia dalle inefficienze della capogruppo, sia dai limitati ricavi, dovuti ad una miope capacità commerciale. Ad aggravare la situazione, un piano industriale inadeguato ed azioni commerciali inadatte ad integrare, in modo costruttivo, l’operatività delle due banche con il territorio. Si tratta di un piano industriale che, nella sua particolare inadeguatezza, vuole vedere le due banche ancora insieme malgrado la decisione (comprensibilissima) del socio barese di vendere la Cassa di Risparmio di Orvieto, al fine di generare liquidità e migliorare il CET1. Piano industriale che è imposto alla Cassa di Risparmio di Orvieto dalla Banca Popolare di Bari, che vorrebbe esercitare un ruolo di direzione e controllo.
Piano che il CdA di Cassa di Risparmio di Orvieto, pur nella consapevolezza della sua inattuabilità, sta dimostrando di non saper ostacolare. Per questo, nei limiti delle azioni che la legge ci consente, siamo disponibili a supportare chiunque abbia quale strategia, a valle di un esame critico sia soggettivo che oggettivo, il rilancio della redditività della Banca e dia vita ad un progetto di sviluppo capace di integrare ancor più Cassa di Risparmio di Orvieto ed il territorio.
Cassa di Risparmio di Orvieto è una realtà abbastanza piccola, aperta all’innovazione, con una forte e solida base economica. Il ruolo istituzionale della Fondazione è quello di ricercare, promuovere e supportare iniziative che mostrino stabilmente queste caratteristiche. Per ragioni che verranno appurate in altre sedi, l’esperienza con la banca barese, iniziata dieci anni fa, attraverso un conferimento di attività diverse dal denaro, non è pervenuta ai risultati attesi. Da tempo, la Fondazione è osservatrice critica, ma attenta alle nuove iniziative e progetti che vedono coinvolta la Cassa di Risparmio di Orvieto, senza pregiudizi e timori connessi a scelte che comportino cambiamenti”.