Anche il candidato sindaco di “Bella Orvieto” Tiziano Rosati risponde alle domande di Lucia Vergaglia. Di seguito pubblichiamo la lettera aperta:
Gentilissima Lucia,
rinnovo il rincrescimento espresso anche a nome della lista che rappresento per non essere, tuo malgrado, all’interno di questa importante tornata elettorale. In merito alle domande che poni, tu stessa precisi che si tratta di punti specifici nel più ampio contesto dell’azione complessiva esercitata durante la tua attività nel Consiglio Comunale. Analogamente, nel programma presentato da Bella Orvieto, primo ad essere stato reso pubblico, si possono leggere molte delle risposte, che per ovvi motivi non risultano raggruppate nei medesimi titoli da te proposti. Siamo entrambi consapevoli di non trovarci di fronte alla lista della spesa ed altrettanto convinti della imprescindibile correlazione tra ciascun singolo tema e la sua ricorrenza nella costruzione ed articolazione del modello di amministrazione e del progetto di sviluppo che si intendono proporre.
Ritengo in primo luogo doverti fornire la chiave di lettura che ricorre nella nostra articolazione dei temi in oggetto. Il nostro è un volo a bassa quota, per rimanere a contatto delle esigenze, dei mali e delle aspettative della gente incontrata per strada, dei piccoli imprenditori, degli artigiani, dei ragazzi e degli anziani. Per questo forse non troverai nel programma “voli pindarici”, progetti altisonanti, sogni destinati a rimanere tali. Essendo da sempre orvietani e per avere più volte assistito a dichiarazioni di intenti, rivelatisi solo copertine, e spesso costose ed inutili, preferiamo la vecchia metodologia della massaia, del contare su quello che c’è in casa e non su quello che forse potrebbe venire.
Dopo questa necessaria premessa, fiducioso che non la vorrai intendere come propaganda elettorale, stringo sui quesiti:
LAVORO
possiamo e vogliamo costruire opportunità di lavoro a diversi livelli di imprenditoria e di professionalità, intervenendo in maniera strutturata ed organizzata su matrici collaudate e rinnovabili come :
agricoltura, zootecnia, prodotti tipici, artigianato, mercato a filiera corta
arte, storia, cultura, ricettività e turismo;
tutela del rischio idraulico – manutenzione del territorio – cura ed arredo urbano
ambiente e rifiuti
Su questa matrice diventa cruciale la capacità dei Comuni del territorio a fare squadra, per contrattare con la Regione la quota spettante di risorse e di investimenti, ragionando seriamente non su dati standard ma sulla struttura e caratteristica territoriale, sulle potenzialità e sulla conformazione della imprenditoria locale. Dovrà essere creata e perfezionata la capacità di programmare su capisaldi certi e verificati e progettare all’interno delle direttive, in modi e tempi tali da consentirci utilizzo di fondi, spesso disponibili e non spendibili per carenza di progettualità. Dovremo crescere per promuovere e tutelare marchio, prodotti ed immagine e per essere supporto, riferimento e guida agli imprenditori. Bene accetta allora ogni struttura, meglio se pubblica, che possa contribuire a generare e sostenere occupazione, come quelle da te proposte, purché ne siano sempre verificati obiettivi, coerenza ed efficacia. La comune memoria ci dovrebbe ricordare i fallimenti eclatanti, (anche i disastri economici) di nobili iniziative di pari oggetto. Per cui, creare nuovi strumenti pro occupazione ed economia locale, va bene, ma dovremmo orientare ex novo e far funzionare quelli che abbiamo già pagato.
UNESCO
ben prima che iniziasse, non che si concretizzasse il percorso che ha portato all’inserimento del Monte Peglia tra i siti MAB UNESCO, i cittadini, attraverso la ex Comunità Montana, spesero negli anni ’80 del secolo scorso, alcuni milioni di Euro per realizzare il Parco dei Sette Frati. Oggi è stato messo un fiocco rosso, molto bello, ma non può da solo rivitalizzare quanto mandato in degrado e quanto concesso a privati, senza garanzie adeguate e peraltro senza ritorni significativi.
Avendo già noi depositato i primi documenti fin dal 2016, perfezionandoli alla fine del 2018, UNESCO, per quanto ci riguarda, ha solo aperto un canale preferenziale e pregiato sul quale immettere il nostro progetto di recupero, riqualificazione, integrazione dei contenuti, finalizzato a non vanificare il beneficio dei pregressi investimenti pubblici e ridare al sito un impulso attivo con una offerta, per varie fasce di interesse, tramite “il parco della civiltà contadina” che si articola attraverso museo vivo, fattoria didattica, emporio dei prodotti locali biologici, centro convegni e studi, teatro all’aperto, centro ristorazione ecc. All’interno del progetto, la necessità di una presenza attiva da parte del Soggetto Pubblico, nella fase gestionale del processo produttivo, ad evitare errori già commessi con totale affidamento a privati.
IDENTITA’
è una componente irrinunciabile del tema lavoro. Siamo in piena sintonia sulla valenza di sostenere e promuovere al massimo il nostro “marchio”. Lo si chiami brand, marchio, denominazione, non è la definizione, ma quello che deve esserci dietro. Noi lo abbiamo definito bio-distretto perché pensiamo che in modo primario siano i prodotti agroalimentari a costituire il maggiore elemento da valorizzare. Ciò non toglie che la medesima logica possa essere attuata per altre denominazioni. Intravediamo però due rischi: una denominazione è utile e garantisce, se chiunque ha i requisiti per farla sua, può accedere al mercato, proporzionalmente alla sua dimensione ma senza soffrire della “legge del più forte” Inoltre serve che il mercato venga creato, commercialmente, giuridicamente e fisicamente. (vogliamo parlare del supporto alla identità fornito da “Orvieto classico” – Enoteca Regionale – Palazzo del Gusto)? Il mercato attuale è in mano a pochi, clientelare e vessatorio per i deboli; noi proponiamo prima di tutto una struttura di garanzia, quindi una filiera corta a perimetro Area Interna, con taglio drastico della catena di distribuzione e vendita per quanto possibile diretta, tale da poter remunerare dignitosamente il produttore.
EUROPA
esprimo apprezzamento per l’idea del Tribunale Europeo Unificato Brevetti ed i possibili ritorni derivanti. Non è stata messa come punto nel nostro programma, in mancanza di elementi e dati su cui fondare una ipotesi seria, che non fosse esclusivamente slogan. Pur garantendo il massimo sostegno all’iter della richiesta già formulata, non posso nascondere un sentore di plausibile pessimismo, non sulla validità o sostenibilità della istanza, quanto per la sproporzionata pressione che realtà più significative e politicamente blasonate della nostra, riusciranno ad esercitare e con le quali noi non riusciremo a competere. Non allevia la perplessità, ignorando qualunque approfondimento del tema, la ottenibilità delle risorse economiche per l’intervento strutturale e per la non proprio ottimale rete di collegamenti che legherebbe l’Europa alla nostra cittadina. In ogni caso è tassativa la nostra visione di utilizzo della struttura ex Piave che non contempli alcuna forma di alienazione a privato.
AMBIENTE
rappresenta un cardine del nostro programma, non solo in quanto oggetto di attenzione, rispetto e salvaguardia, ma perché su questo tema puntiamo a costruire lavoro e occupazione, in forma diretta come investimento e manutenzione ed indotta tramite turismo e didattica. Abbiamo già detto nel tema lavoro della salvaguardia dei fiumi, del rischio frane, della duplice funzione del criterio di manutenzione a regime e dell’arredo urbano nelle sue forme e personalizzazioni. Aspetto focale è quello dei rifiuti, sul quale la nostra idea è chiara: stop immediato al conferimento di rifiuti speciali, Piano Rifiuti condiviso e avvio immediato di un ciclo virtuoso di recupero, riciclo e riutilizzo della massima porzione utile. Passare da economia lineare a quella circolare è la strada che intendiamo percorrere.
per Bella Orvieto, Tiziano Rosati candidato Sindaco