Le elezioni per il Parlamento Europeo di Domenica 26 Maggio ’19 rivestono una importanza peculiare rispetto al futuro del nostro continente. L’Europa che abbiamo conosciuto, pur con tutti i suoi limiti, rischia di andare in frantumi. Le forze populiste, nazionaliste e xenofobe, cresciute in questi anni nei vari Stati europei, cavalcano le paure della gente, fomentano gli animi e le frustrazioni dei cittadini; non danno risposte ai tanti problemi reali che investono la vita quotidiana delle persone, uomini e donne, bensì esasperano le situazioni con proposte tanto semplicistiche quanto irrealizzabili. Muri, filo spinato, confini, rabbia.
Questa non è l’Europa, e l’Italia, che vogliamo!! L’Europa che abbiamo, anche noi generazioni non più giovani, contribuito a far crescere in questi decenni è un’idea del tenere insieme tanti popoli, tante culture diverse che nel secolo scorso, più volte, anche in maniera drammatica, si sono armate le une contro le altre.
L’Europa che abbiamo costruito è una terra di Pace, di una comunità larga capace di accogliere chi scappa dalle guerre e dalla miseria, di porti e frontiere aperte, capace di superare le difficoltà e operare per il Progresso e la prosperità dei tanti milioni di uomini, donne, bambini e anziani che la vivono.
Una Europa dove il Welfare è un Diritto e non un’elemosina, frutto delle tante conquiste di generazioni che all’indomani del secondo conflitto mondiale si sono rimboccate le maniche ed hanno iniziato una ricostruzione materiale, culturale e di convivenza civile che non si fermerà solo alla moneta unica, l’Euro. Questa era anche l’idea dei Padri fondatori, di quegli uomini e donne che, confinati dal Fascismo per le loro idee nell’isola di Ventotene, hanno promosso idealmente l’unità Europea, politica, economica e sociale nell’emancipazione delle classi lavoratrici.
Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel “Manifesto di Ventotene” questo propugnavano; una visione alta dell’Europa in un contesto di Pace e Libertà, Lavoro e Diritti Sociali. Oggi dobbiamo riprendere con più vigore questi ideali, messi in discussione quotidianamente da forze politiche e sociali che nulla hanno da spartire con la cultura Europea. Odio e Razzismo non fanno parte del vocabolario della lingua Europea.
Per questo anche i Pensionati, proprio perchè custodi delle tante conquiste fatte, possono, con la loro partecipazione al voto di Domenica prossima, essere un argine a quella pseudo “cultura” dell’intolleranza e dell’odio verso l’altro che troppe volte ha contribuito ad insanguinare le terre del nostro continente.
SPI CGIL TERNI