«Ha ragione Roberta Tardani a parlare in quel modo dell’Area interna Sud Ovest Orvietano, questo è il nome corretto che non riesce a usare neppure una volta nella sua dichiarazione. O meglio, avrebbe ragione Roberta Tardani se fosse una qualunque cittadina, magari distratta, magari prevenuta e rancorosa come gran parte degli italiani in questo periodo, lo dice l’Istat. Ma è candidata a sindaco, e allora tanta superficialità di sguardo, di analisi e tanta gracilità di giudizio spiace e preoccupa. Preoccupa perché incurante delle contraddizioni dice di apprezzare lo strumento, e anche qui bisogna precisare: si tratta di una strategia, cioè di un programma di sviluppo, non di un progetto come sbagliando dice.
E preoccupa perché, una volta apprezzato qualcosa che non ha capito, con cui stando all’opposizione era in disaccordo e sul quale dubito avrà consenso da parte dei suoi nuovi alleati di coalizione, dice di volerlo potenziare. Se, come risaputo, la coerenza è degli imbecilli, ecco la dimostrazione che Roberta Tardani imbecille non è; rimane come spiegazione l’obnubilamento che qualche volta la vis polemica produce quando si antepone al ragionamento. Succede in campagna elettorale.
L’Area interna Sud Ovest Orvietano è costituita da 20 comuni posti geograficamente a cerniera tra Umbria, Toscana e Lazio. I sindaci, gli assessori, i tecnici di questi comuni si sono confrontati e riconosciuti nel documento finale di programmazione che è stato approvato dalle Regioni e dall’Agenzia per la Coesione territoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Possibile, egregia candidata che siano tutti sprovveduti?
Questa architettura burocratica è complessa perché complessi sono gli àmbiti e i problemi che la Strategia affronta per dare risposte alle criticità del territorio. Glieli ricordo: Tutela del territorio e comunità locali; Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile; Sistemi agro-alimentari e sviluppo locale; Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile; Saper fare e artigianato. È complessità, non solo astruseria. E con questa complessità che dovrebbe aver percepito come consigliera dovrà fare i conti se dovesse, come non spero (mi consenta) essere eletta. Io, meglio noi ce li abbiamo fatti e abbiamo reso il comune di Orvieto capofila dell’Area interna. Consapevoli che i risultati si sarebbero visti soltanto in prospettive temporali larghe, abbiamo anteposto le esigenze della comunità al calcolo elettoralistico.
Poi, il finanziamento: la Strategia delle Aree Interne è sostenuta sia dai fondi europei FESR, FSE e FEASR, per il cofinanziamento di progetti di sviluppo locale, sia da risorse nazionali. Per la qualità del lavoro svolto siamo stati riconosciuti esperienza pilota ed abbiamo avuto il relativo finanziamento nazionale, per i costi di struttura. I progetti che fanno parte della Strategia d’area saranno finanziati da bandi sulle misure sopra indicate. Come candidata dovrebbe avere maggiore familiarità con queste forme pubbliche di finanziamento, non si stupirebbe di vedere che soltanto alcune progettualità stanno esplicandosi; le altre arriveranno.
Cara candidata, mi lasci chiudere con una battuta. Prima di lanciarsi a dire che migliorerà qualcosa che non conosce, si informi. Se vuol sapere qualcosa sull’Area interna Sud Ovest Orvietano, legga almeno il documento ufficialmente approvato e il mio programma. Lo so che per qualcuno dei suoi 600.000 persone ridotte a clandestino equivalgono a 60.000 e dunque potrebbe incontrare difficoltà a trattare con rispetto alcune cose. Ma governare Orvieto e il territorio è cosa seria.»
Giuseppe Germani, candidato sindaco di Orvieto