1) Le preoccupazioni delle fasce più consapevoli delle nostre comunità sui difficili equilibri tra agricoltura industriale ed ambiente sono più che giustificate. Per questo, l’espansione nei nostri territori della corilicoltura intensiva, come di qualsiasi forma di agricoltura intensiva, è un fenomeno da regolamentare in maniera rigorosa. Per ragioni ecologiche, storico-sociali, economiche, di salute pubblica delle comunità ed anche estetiche.
Nel Piano Territoriale Comprensoriale Provinciale sono definiti i valori ambientali, ecologici e paesaggistici fondamentali del nostro patrimonio territoriale che devono essere tutelati e le modalità del loro utilizzo per lo sviluppo di comunità. Per partecipare, estendere quei contenuti, procedurali e legislativi, mi farò promotore di una Consulta che coinvolga gli Enti locali del territorio dell’Alfina, le associazioni di categoria, gli imprenditori agricoli, le associazioni ambientaliste, le associazioni venatorie, il mondo del terzo settore e della ricerca scientifica.
2) La riserva idrica del territorio dell’Alfina che fornisce acqua potabile ad Orvieto e alimenta il lago di Bolsena è un bene comune, cioè un bene comunitario che non può essere aggiogato ai vincoli della proprietà privata e che deve restare nella facoltà di godimento di ogni membro della collettività. Cercherò di far riconoscere questo principio. All’interno di questa cornice e con gli strumenti della pianificazione territoriale che sono concessi al Sindaco, promuoverò insediamenti produttivi e colturali a basso impatto ecosistemico.
3) Le piccole e medie aziende agricole del nostro territorio che sono avviate o si stanno avviando verso l’agricoltura bio e multifunzionale sono da considerare una vera e propria forma di “resistenza testimoniale” delle biodiversità locali e delle specificità socioeconomiche e culturali. Sono un freno allo spopolamento e opportunità di reinsediamento rurale e di creazione di lavoro e valore. Sosterremo la diffusione dei principi dell’agrobiologia, dell’agroforestazione e dell’agroturismo. Valorizzeremo la filiera corta e contribuiremo alla costituzione del Bio-distretto dell’Orvietano. Un primo atto concreto per far conoscere la cultura agricola ed eno-gastronomica locale sarà la rifunzionalizzazione dell’ex convento di San Giovanni a Palazzo vino e dei prodotti del territorio.
4) Seguiamo con molto interesse l’iter dei divieti di impianto di nuovi noccioleti che quasi tutti i comuni della zona del lago di Bolsena hanno emanato. Dal punto di vista burocratico ed amministrativo, il caso potrebbe aprire a nuovi modi di negoziazione e concertazione tra Enti locali e Enti europei della determinazione degli obbiettivi e di modalità della spesa dei Fondi strutturali di aiuto allo sviluppo rurale. Questo tema può diventare uno dei punti focali per costruire l’apparentamento tra il Contratto di Fiume Interregionale per il Paglia e il Contratto di Lago che si sta istituendo.
5) Concordo sulla necessità di assegnare un spazio pubblico alle piccole realtà contadine del territorio. Uno dei progetti ideati durante la mia sindacatura, purtroppo ancora non finanziato e dunque da riprendere è la riqualificazione dello spazio tra piazza Fracassini e piazza del Popolo, nelle adiacenze dell’attuale sede del mercato equo e solidale. Lì troverebbe collocazione una struttura per l’offerta di alimenti e prodotti rigorosamente bio e provenienti dalle piccole realtà contadine. Quella struttura, avevamo pensato fosse la sede dell’Ortofestival, un evento dedicato alle produzioni orticole e agricolturali locali che progettavamo articolato in quattro sezioni:
1. “commerciale”, con l’esposizione-vendita di prodotti o attrezzi dedicati all’orticoltura;
2. “culturale” in cui proporre momenti di formazione (tecniche di lavorazione, permacoltura, agricoltura biologica, agricoltura sinergica, biodinamica), seminari per lo scambio di esperienze;
3. “gastronomica” ossia una “mensa degli orti” per la ristorazione collettiva
4. “artistica” con momenti di animazione musicale, allestimenti, performances etc.
Il mio programma di governo precisa che le proposte che faccio non sono promesse elettoralistiche. Perché si basano su un metodo di lavoro e sull’esperienza fatta negll’ultima sindacatura. Ma soprattutto si basano su una cultura amministrativa attenta ai beni comuni e alla partecipazione. È per questo che, consentitemi, vi invito a leggere il mio programma e, oltre a chiedervi cosa faremo per voi, anche a chiedervi cosa farete voi per lo sviluppo di questa comunità. Spero insieme.