di Valeria Cioccolo
“Credete che io sia vecchio. Voi che scrivete quelle belle pagine piene di paroloni senza aver mai messo il sedere su una bicicletta, allora sa cosa le dico? Questo tour lo vinco con queste gambe qui. Scriva questo domani sul suo giornale. Gli dica che gliel’ha detto Bartali”. È il grande campione che così risponde ad un giornalista che lo intervista durante la gara d’oltralpe, mettendo in dubbio come molti allora, una sua possibile rimonta sul primo in classifica. Se vi immergerete anche voi nelle pagine del graphic novel scritto da Andrea Laprovitera e illustrato da Iacopo Vecchio, riuscirete a salirete su quella bicicletta di cui il campione parla, così come è accaduto a me. E potrete capire.
Cosa si prova a salire sulle impervie montagne con i muscoli delle proprie gambe e la determinazione del cuore, rivivere i ricordi, le speranze i sogni perduti. E crederci, sempre, fino in fondo. Bartali, un grande uomo che riuscì a compiere l’impresa impossibile, vincere il Tour de France a 34 anni, contro ogni pronostico. Una vittoria non solo per se stesso, ma anche e soprattutto per quell’Italia del dopoguerra, scossa l’Italia dal conflitto sociale inasprito dall’attentato a Togliatti, avvenuto proprio quel 14 luglio in cui Bartali pronunciò quelle fatidiche parole.
Una graphic novel eccezionale, che racconta di uno sportivo di grande correttezza, onestà e valori, che mise la sua fama a servizio dell’umanità, trasportando durante la guerra i documenti per salvare la vita di molte famiglie ebree, facendo la spola tra Firenze e Assisi e rischiando in prima persona perché, come si legge: “Se sei bravo nello sport le medaglie te le attaccano sulla maglia e poi risplenderanno in un museo. Quelle guadagnate nelle opere di bene si attaccano all’anima e splenderanno per sempre. Il bene si fa e non si dice”. Leggere questa storia significa anche trovarci un esempio e una metafora anche per noi stessi e la nostra vita. C’è un tour per ognuno di noi e la vittoria non è mai impossibile, anche quando tutti scommettono contro, e serve essere supereroi, ma credere profondamente nella propria umanità.
Ci sarebbe tanto ancora di cui parlare, ad esempio della sua rivalità/amicizia con Fausto Coppi, del fratello perso troppo presto, della sua fede e di molto altro. Potremo farlo venerdì 12 aprile alle ore 18 al Ciclostile di Orvieto con l’autore Andrea Laprovitera. Non vediamo l’ora.