ORVIETO – Entro il prossimo mese di Agosto le Associazioni del No Profit dovranno iscriversi al RUNT / Registro Unico Nazionale Terzo Settore. Degli aspetti tecnici legati agli adeguamenti alla nuova normativa e dello stato del Terzo Settore territoriale si è parlato nella recente “Giornata con e per il Terzo Settore” organizzata dal Comune di Orvieto – Assessorato alle Politiche Sociali in collaborazione con il CE.S.VOL. Umbria che si è svolta presso la Biblioteca Comunale “Luigi Fiumi” a cui hanno partecipato circa cinquanta associazioni.
Nell’occasione, l’Assessore alle Politiche Sociali ha posto l’accento sul ruolo e sull’importanza del mondo del terzo settore territoriale, sull’opportunità di interazione tra soggetti del mondo del profit e del non profit, in un momento di transizione tra il welfare tradizionale e quello di comunità, peraltro sostenuto dalla stessa normativa di riordino, sottolineando l’urgenza di ripensare agli strumenti di raccordo tra Terzo Settore e Pubblica Amministrazione, affinché si consolidino alleanze strategiche per concorrere responsabilmente all’attuazione degli interventi e dei servizi.
In tal senso, è stato evidenziato il ruolo del Centro di Informazione Sociale riaperto nei giorni scorsi, e le opportunità che esso offre per una maggiore cooperazione tra le realtà associative presenti nel territorio, essenziale per attivare processi collaborativi e per sperimentare iniziative innovative, volte a realizzare progetti utili alla comunità locale.
Dal dibattito sul Forum del Terzo Settore territoriale è emersa l’esigenza della sua ripartenza. A questo proposito il presidente della UISP Umbria e membro della segreteria del Forum Regionale Terzo Settore, Stefano Rumori richiamando il ruolo e l’esperienza positiva del Forum negli anni passati, ha auspicato una ripresa fattiva del rapporto tra le associazioni aderenti e non solo.
Del ruolo dei Centri di Servizio e delle Reti associative hanno parlato Lorenzo Gianfelice V. Presidente Cesvol Umbria e Andrea Marchini AVIS Regionale, i quali hanno evidenziato come la Riforma del Terzo Settore è intervenuta organicamente per ridefinire e riorganizzare l’intero funzionamento del non profit in Italia, imprimendo un cambiamento importante che non riguarda solo le organizzazioni direttamente coinvolte in questo processo.
In particolare, hanno posto in evidenza che quando si parla di Terzo Settore e di No Profit si intende volgere lo sguardo a quel patrimonio di esperienze, di partecipazione civile, di cittadinanza attiva, che nelle diverse sfumature culturali e sociali viene espresso per il tramite delle organizzazioni che compongono questo variegato mondo. Ciascuna delle quali dovrà avviare un ripensamento e una ri-collocazione. Lo spartiacque sarà rappresentato dall’essere dentro o fuori dal Registro Nazionale degli Enti di Terzo Settore, ma anche dalla sezione specifica dello stesso nella quale andrà a collocarsi. Un ripensamento che andrà a incidere fortemente sugli scopi di ogni singolo soggetto e, in modo sostanziale, sulla quotidianità organizzativa e non sul modo di intendere e fare non profit. Il cambiamento, quindi, che sarà anche e soprattutto culturale, sociale, partecipativo e democratico, nelle pratiche associative e, nella governance.
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