L’assenza di pioggia da mesi anticipa la pericolosità degli incendi boschivi. Scarsità di mezzi e uomini dei Vigili del Fuoco, cancellazione del Corpo Forestale, vuoto e assenza di decisioni della Regione sull’utilizzo del volontariato di Protezione Civile, rischiamo di trasformare il “Cuore Verde” in Cuore Nero… chiediamo una urgente riunione con Regione Vigili del Fuoco, Agenzia Forestale, per prendere una decisione definitiva in vista della campagna 2019.
Da settimane si assiste in tutto il Paese, anche nella nostra Regione, allo svilupparsi di incendi boschivi dovuti all’assenza di pioggia. Con la “riforma” che ha cancellato il Corpo Forestale dello Stato e il nuovo modello operativo che assegna le competenze per la lotta antincendio boschivo ai soli Vigili del Fuoco, stanno emergendo problematiche legate al coordinamento tra i vari soggetti impegnati nella lotta attiva e come denunciato più volte dalle stesse organizzazioni sindacali dei V.F. la scarsità di mezzi e di uomini pone seri limiti agli interventi, aggravata dal fatto che la Regione Umbria che ha volontari di protezione civile con corsi di formazione tenuti da vigili del fuoco e corpo forestale in attesa da anni di visite abilitative, per il supporto e le operazioni di bonifica degli incendi, sono bloccati in attesa di procedure burocratiche delle ASL.
In Umbria sono circa 40 i moduli antincendio del volontariato, botti per il trasporto acqua, furgoni per il vettovagliamento a supporto degli operatori, totalmente sotto utilizzati. La stessa convenzione, stipulata tra Regione Umbria e V.F., prevede solo 3 squadre antincendio in tutto il territorio regionale, Perugia, Spoleto, Terni. Si pensi rispetto ai vari territori cosa significhi, se i distaccamenti dei vigili del fuoco delle varie zone fossero impegnati in altri interventi operativi e si dovesse attendere, come già accaduto, l’arrivo di squadre da sedi lontane, spesso con scarsa conoscenza del territorio. Per questo ancora più prezioso potrebbe essere il ruolo dei volontari locali.
Stanno inoltre emergendo problematiche legate al coordinamento tra i vari soggetti impegnati nella lotta attiva e come denunciato più volte dalle stesse organizzazioni sindacali dei V.F., la scarsità di mezzi e di uomini pone seri limiti agli interventi, aggravata dal fatto che la Regione Umbria e l’unica Regione ad affidare il compito della lotta aib all’assessorato all’agricoltura e non alla protezione civile. Solo grazie alle squadre dell’Agenzia Forestale Regionale, ai Sindaci, che autonomamente e assumendosi direttamente responsabilità quali autorità di Protezione Civile attivano i propri Gruppi Comunali o le Associazioni, si sta evitando un disastro annunciato.
Oggi è necessario mettere in campo tutte le forze disponibili, rispettando ruoli e funzioni, dalla catena di comando, alla direzione tecnica delle operazioni, ma è certo che non si può assistere ulteriormente a centinaia di miglia di ettari in fumo del nostro patrimonio boschivo ambientale e animale. I Volontari come sempre danno la loro disponibilità. Ma è ora di richiamare tutti alle proprie responsabilità, sapendo che il codice civile italiano chiama tutti i cittadini alla difesa del proprio territorio e al soccorso in caso di necessità e ad operare al di la delle norme e procedure previste.
Ci aspettiamo dalle varie Istituzioni risposte precise, vorremmo sapere in definitiva quali devono essere gli interlocutori del volontariato e se lo stesso venga ritenuto, come la legge 225 del 1992, e il nuovo codice D.L. 1 del 2 gennaio 2018, specifica in modo chiaro e dettagliato che il volontariato è soggetto con pari dignità con le atre componenti operative, la Consulta del Volontariato ha posto più volte questo tema è tempo di fare chiarezza con Regione, Vigili del Fuoco, Agenzia Forestale, per questo chiediamo al servizio Regionale di Protezione Civile di convocare una riunione con tutti gli attori della lotta agli incendi boschivi.
Anche in considerazione del fatto che in Umbria, ad oggi non esiste una legge regionale che codifichi La legge – quadro in materia di incendi boschivi, legge 21 novembre 2000, n. 353, (a tutt’oggi esiste solo la D.G.R. 865/2009 punto 7.5) affida alle Regioni un ruolo centrale nella pianificazione e nella gestione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi avvalendosi:
1) delle proprie strutture di supporto all’attività delle squadre a terra,
2) di risorse, mezzi e personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco come da apposita convenzione;
3) di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato, riconosciute secondo la vigente normativa, dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica (visita di sorveglianza sanitaria art. 41 D-lgs 81/09 S.M.I.) qualora impiegato nelle attività di spegnimento del fuoco.
Questo ultimo punto (3), se non soddisfatto, carica di grosse responsabilità illegali rappresentanti delle OOVV, che si trovano, in caso di necessità costretti ad inviare i propri volontari senza visita e con D.P.I. scaduti. (allegato III D.P.C.M. 12/01/2012)
La Consulta Regionale di Volontariato della Protezione Civile