ORVIETO – Nella seduta di mercoledì 10 aprile, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità dei presenti l’atto di indirizzo politico di approvazione e adozione della Nuova Carta dei Diritti della Bambina, favorendone la diffusione e la conoscenza nelle scuole, tra i giovani e le giovani, nonché azioni formative verso le famiglie e le Associazioni. L’atto è stato presentato dalla V. Sindaco e Assessore alle Politiche Giovanili, Cristina Croce che ha richiamato la richiesta di adozione della “Nuova Carta dei Diritti della Bambina” proposta agli Enti Locali, fra cui il Comune di Orvieto dall’Associazione FIDAPA BPW Sezione di Orvieto per sensibilizzare l’opinione pubblica a un’azione mirata di contrasto alla drammatica emergenza della violazione di genere, per un’educazione delle giovani e dei giovani libera da pregiudizi, che spesso sono all’origine di episodi di violenza, per promuovere la parità sostanziale fra i sessi e la valorizzazione delle differenze fra bambine e bambini.
“L’International Federation Business Professional Women – ha ricordato – è un’influente organizzazione non governativa, presente in 100 Paesi nel mondo ed rappresentata con Status Consultivo presso ONU, FAO, UNESCO, ILO, OMS e UNICEF.
L’Associazione femminile, movimento di opinione Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari, affiliata alla BPWI, è attiva e presente con 300 Sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale con la finalità precipua di promuovere, coordinare e sostenere le donne che operano nel campo delle arti, delle professioni e degli affari senza distinzioni di etnia, lingua e religioni”.
“La versione originale della Carta – ha aggiunto – venne presentata ed approvata Reykjavik nel 1997 durante il IX Congresso della Federazioni Europee della BPW, in seguito all’emergere della questione dell’infanzia femminile durante la Conferenza mondiale di Pechino del 1995.
La Carta, ispirata alla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia del 1989, a differenza e integrazione di questa che pone sullo stesso piano i due generi, li distingue in termini di caratteristiche e bisogni, avendo riguardo alle diverse connotazioni fisiche ed emozionali.
La Carta deve essere letta come una premessa fondamentale per l’affermazione e la tutela dei diritti delle donne fin dalla nascita; quindi, famiglia, scuola e comunità devono assumersi precise responsabilità perché la bambina possa crescere nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri. In tal senso, l’Amministrazione Comunale auspica che nella totalità del Consiglio, il Comune di Orvieto condivida lo spirito e le finalità della Nuova Carta dei Diritti della Bambina”.
La nuova Carta dei Diritti della Bambina stabilisce che Ogni bambina ha il diritto:
Articolo 1 – Di essere protetta e trattata con giustizia dalla famiglia, dalla scuola, dai datori di lavoro anche in relazione alle esigenze genitoriali, dai servizi sociali, sanitari e dalla comunità.
Articolo 2 – Di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l’equilibrio psico-fisico.
Articolo 3 – Di beneficiare di una giusta condivisione di tutte le risorse sociali e di poter accedere in presenza di disabilità a forme di sostegno specificamente previste.
Articolo 4 – Di essere trattata con i pieni diritti della persona dalla legge e dagli organismi sociali.
Articolo 5 – Di ricevere una idonea istruzione in materia di economia e di politica che le consenta di crescere come cittadina consapevole.
Articolo 6 – Di ricevere informazioni ed educazione su tutti gli aspetti della salute, inclusi quelli sessuali e riproduttivi, con particolare riguardo alla medicina di genere per le esigenze proprie dell’infanzia e dell’adolescenza femminile.
Articolo 7 – Di beneficiare nella pubertà del sostegno positivo da parte della famiglia, della scuola e dei servizi socio-sanitari per poter affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici di questo periodo.
Articolo 8 – Di apparire nelle statistiche ufficiali in dati disaggregati per genere ed età.
Articolo 9 – Di non essere bersaglio, né tanto meno strumento, di pubblicità per l’apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità.