ORVIETO – Se qualcuno pensava che la decisione avallata da Gianpiero Bocci di appoggiare la candidatura a sindaco di Giuseppe Germani, potesse finalmente calmare le acque nell’oceano in tempesta del PD, si sbagliava di grosso. Un comunicato a firma delle mozioni congressuali “Per il bene di Orvieto” e “Insieme per Orvieto”, segna l’ennesima spaccatura in seno al Partito Democratico: con parole che lasciano ben poco all’immaginazione, si accusa la minoranza del Partito “di perseguire la strada della divisione, la strada della distruzione della coalizione di centrosinistra che cinque anni fa aveva permesso di tornare ad amministrare il Comune di Orvieto”.
Nel comunicato si fa riferimento al sondaggio commissionato dallo stesso PD, che vedrebbe il centrosinistra indietro di cinque punti rispetto alla coalizione che appoggia Roberta Tardani, dando la responsabilità alla “minoranza del partito” di aver avallato “la riproposizione di una certa compagine amministrativa, la calata dall’alto dei soliti dannosi accordi perugini e soprattutto il mantenimento di rendite politiche antiche e interessate, assestando uno schiaffo all’onestà, all’intelligenza e alla credibilità degli orvietani”.
Parole che pesano come macigni sulla linea politica sancita dal segretario regionale e che peseranno ancor più sulla compattezza dello schieramento di centrosinistra: se difatti, dopo aver accusato la parte del PD che ha deciso di schierarsi con il sindaco uscente di aver violato palesemente le regole in “perfetto stile salviniano”, si dovesse passare ai fatti, non è difficile immaginare che Germani corre il rischio di vedersi mancare molti voti. Se poi il comunicato fosse il primo passo di un atto politico forte che sancisca una diaspora di quella parte del PD riconducibile agli ex Margherita, con la conseguente presentazione di una lista civica e un candidato sindaco autonomi, per il momento non è dato ancora sapere. Ma, come da classico copione della politica nostrana, se Atene piange, Sparta non ride.
Anche a destra infatti, non tutto fila liscio come l’olio e se Roberta Tardani ha incassato l’appoggio della Lega e di Forza Italia, resta il grosso punto interrogativo rispetto a quel che farà Fratelli d’Italia e quella parte di centrodestra che non ha apprezzato la candidatura dell’ex vicesindaco della giunta Concina. In questi giorni lungo i vicoli di Orvieto e sui sociale network, si sono rincorse voci secondo le quali proprio a Concina fosse stato chiesto di candidarsi per dar voce agli scontenti, invito che sarebbe stato.comunque declinato.
Chi ancora non ha declinato ed anzi, si è trincerato dietro un secco “no comment”, è Umberto Garbini: contattato dal nostro giornale, il rappresentante di FdI ha rimandato ogni comunicazione in merito a una sua eventuale candidatura ai prossimi giorni, dopo che si saranno espressi anche gli organi provinciali e regionali del partito. Se non è un preavviso di candidatura poco ci manca, di certo è il segnale che qualcosa in pentola stia cuocendo. Dunque anche la Tardani potrebbe avere le sue grane in una coalizione che comunque, sondaggi del PD alla mano, è avanti di cinque punti sul centrosinistra; difficile a questo punto che venga esaudito l’auspicio di Forza Italia di una vittoria già al primo turno.
In attesa di ulteriori capitoli che si aggiungano alle saghe di destra e di sinistra, gli occhi della politica orvietana sono puntati anche sui Cinque Stelle, i cui meccanismi decisionali sono ancora all’opera, seppure Lucia Vergaglia, già candidata nel 2014, ha dato la sua disponibilità a ripresentarsi in questa tornata. Nel mentre, gli altri due candidati, Franco Raimondo Barbabella con la sua lista civica e Matteo Panzetta per CasaPound, attendono solo che la campagna elettorale prenda il via. (Gabriele Marcheggiani)
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