Nel primo e nel secondo articolo di Markesing abbiamo scritto di un’epoca ormai giunta alla fine, che la più parte degli antichi motori dell’economia cittadina è fusa e l’altra, quella rimasta, perde pericolosamente i colpi.. Che chiunque sarà chiamato ad amministrare, a causa di tale situazione delicatissima, emergenziale, dovrà non solo condurre gli affari correnti, seppur gravosi, della comunità, ma avrà la storica responsabilità di progettare la città del futuro: una città altra e davvero strana e quindi innovare l’economia locale accendendo, governando il grande lascito dei capitali naturali e antropici numerosi e per di più nascosti che la città possiede e, a tale scopo, accendere una vera e propria industria: l’Industria Orvietana del Turismo.
Compito di tale Industria- core business della città – sarà quello di sostituire il turismo attuale acritico e sovrapposto in un turismo assai ben diverso interpretando e soddisfacendo i nuovi modelli di consumo turistico attraverso un’opera di city branding, il raggiungimento di un alto grado di riconoscibilità e l’offerta di prodotti-servizi capaci di attrarre il turista esperienziale (approfondiremo questi aspetti nei prossimi articoli) il quale, per sua vocazione, integrandosi nel tessuto e nelle consuetudini cittadine, potrà ben sopperire al gap economico e demografico rappresentando ambientalmente e economicamente un cittadino residente per il tempo durante il quale esso risiederà.
Abbiamo scritto infine che la Città, attraverso l’attività di tale Industria Turistica potrà, dovrà abbandonare una consuetudine squisitamente politica che non è più sostenibile, quella di elargire scompostamente soldi pubblici per eventi, manifestazioni culturali quasi sempre inutili e alquanto dispersivi quando non siano aderenti a un progetto coerente e complessivo ma, come tutte le attività inspirate ai principi dell’impresa, dovrà procurare profitti da impiegare per la collettività come benefici fiscali grazie ai quali si potrà ben chiedere ai cittadini un impegno co-creativo.
Ma di questo parleremo più ampiamente nelle puntate successive.
Dobbiamo però, prima di ogni altra cosa, porci la domanda se l’asfittico funzionamento lento e farraginoso di un Comune, con i lacci e i laccioli burocratici, i mille vincoli delle leggi e delle leggine sia capace di sviluppare un progetto ambizioso quanto indispensabile alla città nel quale ciò che più conta è la minore distanza temporale che deve trascorrere da quando si lancia un’idea all’esecuzione materiale della stessa. Rispondo subito che no, un’Amministrazione, invischiata oltretutto nei problemi correnti, non è in grado di connotare industrialmente e con modalità operative intense una città che deve attrezzarsi per un’importante, epocale trasformazione strutturale.
Cosa serve allora? Serve un Mulino Bianco. Il Mulino Bianco della Barilla ha creato un brand fortemente attrattivo grazie alla fiaba delle buone, genuine, naturali cose della casa e in virtù di tale marchio che richiama profumati desideri di forno a legna e grazie alla sua ottima comunicazione ha ottenuto una notevole performance di vendite fidelizzando un vasto target per il quale confeziona un prodotto dietro l’altro attenendosi con scrupolo alle motivazioni/aspettative create dal brand stesso. La Barilla è la casa madre che ha partorito il Mulino Bianco al quale ha dato il supporto finanziario iniziale, l’organizzazione aziendale, logistica, produttiva.
Ebbene, il Comune, l’istituzione politica, amministrativa, le sue strutture, (per facilità di comprensione il paragone calza, non mi si accusi di becero aziendalismo) può fungere da Barilla. Il Mulino Bianco del Comune, anch’esso partorito per costruire il Brand di Orvieto, innalzare il livello di riconoscibilità della città, trasformare in industria turistica di servizi per il turismo esperienziale l’economia cittadina insieme alle sue categorie, si materializzerà, invece, nell’Agenzia per il Turismo di Orvieto. Diciamo subito che non è permesso pensare che questa struttura possa per qualsiasi ragione configurarsi in uno di quei carrozzoni di recenti memorie. Guai a voi.
L’Agenzia per il Turismo di Orvieto sarà invece una struttura leggera, veloce, in qualche modo giuridicamente autonoma che lavora, collabora integrandosi con l’Amministrazione comunale possibilmente simile ad altre che numerose stanno nascendo come, ad esempio, Casa Civita di Bagnoregio. Lavorerà – a tempo pienissimo – in tale Agenzia del Turismo, soltanto umanità di assoluto mestiere: quattro, cinque persone al massimo per quattro opzioni intercambiabili esclusa l’ultima: creativa, progettuale, operativa/relazionale, web.
L’Agenzia, strada facendo, a seconda delle occasioni, delle opportunità o delle necessità potrà coinvolgere tutte le teste che ritenga necessarie della città e non: professionisti, esperti, inventori. Potrà raccogliere indicazioni, formare piccoli comitati organizzativi ad hoc, ospitare suggerimenti, idee, proposte di eventi, collaborare con aziende locali, suggerire e organizzare, organizzare servendosi, fino a dove è possibile, di organizzazioni, associazioni già operanti in città e di altre che potrebbero nascere e formarsi.
I compiti di questa Agenzia del Turismo verranno ben dettagliati quando nei prossimi articoli scenderò nei particolari dell’operazione. Ma ciò che è importante in questa terza puntata di Markesing è l’avere illustrato lo strumento capace di accendere la Città, di attivare con un lavoro costante, giornaliero, le energie residue ancora spendibili per infondere loro vigore, organizzarle, renderle generatrici di attrattività e motori di sviluppo per il territorio.
Una città che faccia del turismo moderno un’Industria, la primaria industria della città, attraverso lo strumento e l’opera di un’Agenzia per il Turismo che trasporti, conduca, coinvolga i settori vitali della Città su tale progetto può, nel medio termine, rivitalizzare l’economia di Orvieto, infonderle una prospettiva, difendere l’occupazione dei giovani e limitare, se non risolvere, il gap demografico unitamente, certo, all’opera dell’Amministrazione che, per il tanto che le compete, dovrà fare la sua parte. Nelle prossime quattro puntate scenderò ancor più nei dettagli.
Alla prossima domenica