di Massimo Gnagnarini
Mettiamoci intorno a un tavolo, destra , sinistra e civici e stabiliamo un pugno di cose da fare per Orvieto nei prossimi dieci anni e che impegni chiunque sarà eletto Sindaco la sua maggioranza e l’opposizione a collaborare insieme alla loro realizzazione. D’altra parte, la Questione orvietana è nota a tutti. Le analisi sono state fatte. Occorre risolvere i seguenti problemi:
– il calo demografico e il ripopolamento della città;
– le risorse per la cura del territorio;
– lo sviluppo economico come equilibrio tra città turistica e città residenziale.
Dobbiamo essere consapevoli che siamo rimasti in soli 20.000 abitanti metà dei quali pensionati, mentre la metà dell’altra metà campa con il turismo, un migliaio prendono il treno la mattina e altri duemila, più fortunati, con il lavoro sotto casa. Completano il quadro duemila residenti stranieri e i pochi giovani in età scolare. Sarebbe da sciocchi pensare di affidare il destino di Orvieto alle sole ricette e decisioni politiche della Lega piuttosto che di quelle del Pd che, a Perugia e a Roma in queste ore, stanno decidendo le rispettive candidature da proporre a sindaco di Orvieto. Seppur legittimi si tratta di passaggi umilianti dell’autonomia politica degli orvietani e certamente inutili poichè le personalità in campo sono già note e hanno già governato la città: Roberta Tardani come vice-sindaco di cdx dal 2009 al 2013 e Giuseppe Germani come sindaco di csx dal 2014 al 2019.
Dunque sarebbe davvero un’ottima sfida quella di “Unire i Puntini”. Non si tratta di proporre una ammucchiata elettorale, certamente dovranno esserci sia le liste che i candidati sindaci contrapposti e una gara dove c’è chi vince e c’è chi perde, ma la vera novità dovrebbe essere la sottoscrizione di un decalogo programmatico che ci impegni tutti su un pugno di cose fondamentali da fare a Orvieto e per le quali vengano indicati il come e il quando ovvero le coperture finanziarie e i tempi di realizzazione.
Sarebbe un gran servizio verso gli elettori che dovranno scegliere e anche per quelle candidature dell’ultima ora ispirate da buoni propositi ma, inevitabilmente, minate da scarsa esperienza e consapevolezza. Sarei lieto se la stampa locale, qualche associazione o altri soggetti terzi volessero riprendere e rilanciare fattivamente le conseguenze di questa riflessione che potrebbe da sola imprimere una svolta a un confronto elettorale cittadino striminzito e finora non adeguato al rango della nostra città.