Sono di quelli che qualche volta smontava i giocattoli. Non ho mai raggiunto l’accanimento morboso di quella mia amica che sistematicamente cavava gli occhi alle bambole; sono un tipo misurato io, mica volevo romperlo, il giocattolo. Fosse una macchinina, una pistola o qualsiasi altro congegno, volevo vedere il meccanismo interno che lo faceva funzionare. Tutto qui, curiosità. Vabbe’, c’era anche il brivido di guardare oltre le superfici colorate eviscerando il marchingegno che gli adulti mi avevavo regalato; ma c’era anche l’ansia di romperlo e rimanere senza giocattolo e in punizione.
Sembra che il quadro delle candidature per le prossime comunali si sia definito. Eccolo il giocattolo. Non è granché? Io non giudico, in questa nostra epoca di crisi socio-politica è quanto di meglio la nostra comunità, piccola comunità troppo spesso autoreferenziale, pigra e snob, sappia esprimere. C’è il già-Sindaco, due ex-qualcosa, una donna ed un uomo, un “nuovo che avanza” braccia conserte e posa marziale. C’è stato anche un patetico dietrofront. Ci sono stati anche dei “noli me tangere” di fronte alle advance di un partito che sarebbe un altro giocattolo da smontare se non fosse già rotto. Ah, ci sono quelli ancora alle prese con le consultazioni in piattaforma e gli studi di fattibilità.
Allo stato attuale, del giocattolo possiamo rimuovere soltanto la prima pellicina, aprire soltanto il primo coperchietto, quello della fotonotizia della candidatura. L’ex uomo ha sbagliato l’illuminazione, il bagliore dei fogli sul tavolo rende ectoplasmatica la sua figura; l’ex donna è decisamente più fotogenica e ricorre ad immagini di repertorio. Il già sindaco occhieggia sornione in foto di gruppo al lavoro nelle tante situazioni d’impegno istituzionale. Il “nuovo che avanza” è tutto compreso ad esprimere il fascistoide che è.
Personaggi noti gli ex-qualcosa e il già-Sindaco non perdono tempo con i propri curricula. Il “nuovo che avanza” invece si pavoneggia in particolari che lo dimostrano, almeno almeno, alieno a qualsiasi forma di umorismo e lo fanno ridicolo. Oddio, per me è così e così vorrei che rimanesse.
I programmi non ci sono, saranno comunicati più avanti. Ognuno ha dato qualche anticipazione, ma se queste anticipazioni le ritagliassimo, le mischiassimo, le estraessimo a sorte e se chiedessimo a qualche elettore di riattribuirle, probabilmente sarebbero collocate un po’ a caso. Ecco, forse la parte del giocattolo più interessante da smontare sarà quella dei programmi. Io utilizzerò la chiavetta del “come”. Un semplice avverbio in forma interrogativa applicato alla definizione dei contenuti e alla loro realizzazione. Cioè mi chiederò: come sono stati individuati i punti programmatici? E, come saranno realizzati? Ad occhio e croce queste due domande possono mettere a nudo la solidità del marchingegno.