ORVIETO – “Ieri l’altro, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il Governo ha lanciato il Piano Nazionale per la Sicurezza del Territorio, chiamato ‘ProteggItalia’. Ho visto le slide di presentazione e ho letto molti commenti sulla stampa e sui media: come sindaco di Orvieto, Comune capofila del Contratto di Fiume Umbro/Laziale per il Paglia sono rimasto sorpreso, deluso e anche molto preoccupato” afferma il sindaco, Giuseppe Germani.
“So che nei palazzi Ministeriali romani e negli Istituti di Ricerca Nazionali – ha proseguito – i tecnici conoscono molto bene quali sono le vere situazioni a rischio per frane e per alluvioni che non sono mai direttamente proporzionali alla dimensione della Regione considerata. E conosco bene il significato delle parole chiave poste come pilastri alla base del Piano: Emergenza, Prevenzione, Manutenzione, Semplificazione e rafforzamento della Governance.
L’emergenza l’abbiamo vissuta nel novembre 2012 con una alluvione disastrosa, che ha richiamato all’attenzione nazionale il bacino Idrografico del Paglia, come sorgente primaria dei rischi di inondazione per Roma capitale, tanto che è stato necessario elaborare un Piano di laminazione delle piene alla diga di Corbara (i cui costi sono tutti da sostenere in Umbria e nell’Orvietano), che però, senza interventi nel bacino del Paglia, non risolverà mai la domanda di mitigazione del rischio idraulico.
Ci deve essere stata un’amnesia o un black-out nei palazzi del Governo perché di progettazioni esecutive cantierabili e progetti di manutenzione straordinaria sul reticolo idrografico del Paglia ne abbiamo.
Non capisco e chiedo se i 3.052323,83 di Euro (cifra chiaramente riveniente da una progettazione esecutiva) si riferiscono a interventi sul bacino del Paglia utili ad alleggerire la pressione sul Tevere e quindi su Roma o ad altri interventi ritenuti più urgenti.
La prevenzione si fa facendo qualcosa prima, e soluzioni strategiche da adottare nel bacino del Paglia sono oggetto di discussione partecipata fra più di 100 soggetti interessati, tra pubblici e privati nel percorso di Contratto di Fiume per il Paglia, che ha già indicato una serie di interventi anticipatori, strumento quello del ‘Contratto di Fiume’ ben noto sia a livello di Autorità di Distretto dell’Appennino Centrale che di Ministero dell’Ambiente.
Mi auguro che si tenga conto di quanto si sta facendo nella ripartizione degli altri fondi, come si dice nella slide dedicata all’Umbria. Sulla manutenzione, attraverso la nostra Alta Scuola, possiamo fare corsi di aggiornamento continuo, per spiegare come si deve fare, perché siamo tra i pochi Comuni in Italia ad aver allestito un Osservatorio per il Monitoraggio e la Manutenzione permanente della rupe e delle aree, con lavori di consolidamento delle frane eseguiti, una attività che però saremo costretti a dismettere se non arrivano finanziamenti dedicati”.
“In conclusione – ha terminato il sindaco – più che una semplificazione e un rafforzamento della governance, con questo piano sembra invece che si stiano complicando le ‘governance’. Perché, almeno qui nell’Orvietano e nel bacino del Paglia Umbro Laziale, non facendo né prevenzione né manutenzione, ci si dimentica della sicurezza di questo territorio che non può essere più lasciato alla sola fase di gestione di un’altra emergenza che il cambiamento climatico, ormai conclamato, ci fa temere; emergenza che potrebbe anche rovesciarsi sulla Capitale del Paese che si vuole proteggere”. [suggeriti]