di Stefano Moretti
Se lecito e consentito vorrei tentare anch’io, col quel po’ di esperienza che pure reputo di avere,una breve analisi antevoto orvietano, senza tentazioni di endorsement pure essendo , almeno ad alcuni e forse,noti i miei orientamenti nel mercato elettorale di candidati, programmi e non programmi.Intanto, l’angolo di lettura deve stabilirsi di diverso grado per cogliere le essenziali connessioni ed i contesti di un voto oltre l’isola ed extra moenia, considerando che, l’anno prossimo, si giochera’ l’ assai piu’ pesante anche se meno passionale battaglia delle regionali.
Il quadro prospettico non e’ dei piu’ incoraggianti. L’Umbria che c’e’ e’ figlia dlla sinistra storica ma assi piu difettevole di figure e contenuto, con vistos carenze , fruendo di una classe politica a bassa asticella per quello che concerne capacita’ di indirizzo e realizzazione, dalla gestione regressiva della sanita’, ferma a piu’ di venti anni fa, alla manifesta incapacita’ solutiva delle problematiche dell’assetto del territorio,comunicazioni e trasporti, ad una politica agricola da associazione dei coltivatori diretti ed una turistica da pro loco, con pesanti ed evidenti carenze di strategie dello sviluppo. Tuttavia, nenche gli odierni mazzieri sono riusciti a sfaldare le solide architetture sociali della sinistra di governo che fu, costruita tra gli anni settanta e la meta di quelli novanta,pur ferma l’esigenza inderogabile di cambiamento di insostenibile governance. La cura non puo’ pero’ esser peggiore del male con iniezione massiccia di carroccite, pur in presenza di un chiaro disegno tracciato da linnee di congiunzione tra punti acquisiti e definiti, da Perugia a Terni, Spoleto ed Umbertide e quelli in via di definizione come Foligno ed Orvieto, antiche roccafort rosse ora a guida od in procinto leghista od a sua trazione.
Certo, quando si parla di elezioni locali si dovrebbe laicamente valutare programmi e candidati, ma non potremo tuttavia fuoriscire da perimetri valoriali e culturali essenziali anche con la piu’ trasversale e laica delle proposte, tanto piu’ che ogni Comune puo’ rappresentare un cavallo di Troia oltre le grida di Lacoonte. Se questo e’ il grado dell’angolo, Orvieto assume un significato oltre i sorrisi Cholorodont o delle diatribe ina casa PD e Forza Italia; se il dado e’ tratto, come pare,con un candidato leghista pseudo civico che si fa forte del consenso montante di quel partito e che lo condurra’ probabilnemte al ballottaggio ed un Pd, o quel che resta del suo giorno, diviso e d incapace di gestire il suo residuo consenso, cosi che i candidati altri dovranno conquistare , ad armi pari,le particole rimaste poiche’ la partita non sara’ piu’ quella di antiche appartenenze ma la credibilita’ dei personaggi e dei programmi e di quanto e’ stato da questi fatto, non fatto o disfatto nel tempo piu’ o meno recente e fino ad oggi.Solo una convergenz a per profili qualificati e non su posizioni rendera’ ad Orvieto un voto finalmente libero e ragionato di cui abbiamo bisogno, qui da noi quanto in Umbria.