ORVIETO – Uffici fermi, attività bloccate, persone dirottate a Terni o Città della Pieve per espletare le pratiche inerenti la disoccupazione: da oltre due settimane il Centro per l’Impiego di Orvieto semplicemente è chiuso per l’impossibilità di collegarsi alla rete. Una situazione al limite del grottesco, quasi difficile da credere, visto che nell’anno del Signore 2019, un ufficio così importante, che svolge un compito primario per aziende, lavoratori e disoccupati, è fermo a causa della mancanza di intervento tecnico da parte del nuovo gestore delle linee di telecomunicazione.
Tutto nasce dalla riforma delle province, anzi, da quella che doveva essere la loro abolizione e che altro non ha fatto che causare problemi e schermaglie tra Enti: fino a qualche anno fa, il Centro per l’Impiego di Orvieto dipendeva dalla provincia di Terni, mentre con l’avvio della riforma, le competenze sono ora passate alla Regione Umbria, la quale ha un altro gestore delle linee di rete. Proprio questo sarebbe il problema che blocca il lavoro dell’ufficio di Piazza del Popolo e, come lamentano i dipendenti del centro, a Perugia sembra si disinteressino completamente della cosa, tanto che la nuova società di gestione non era a conoscenza del loro completo isolamento che dura ormai da settimane. Insomma, un semplice problema di cambio di gestore, sta di fatto bloccando tutte le attività.
“Purtroppo, dice un dipendente, le nostre attività sono ferme e a Perugia neanche lo sapevano, abbiamo dovuto comunicare noi al nuovo gestore il fatto che siamo isolati dal resto del mondo e impossibilitati a svolgere la benché minima attività. Da quando siamo passati sotto la competenza della regione, abbiamo difficoltà quotidiane per le quali ci è difficile avere un interlocutore a Perugia, con danni soprattutto per chi si rivolge a noi: ora, fino a quando il problema non sarà risolto, siamo costretti a dirottare le persone presso gli uffici di Terni o di Città della Pieve. Ci hanno garantito che a breve il problema verrà risolto, prosegue, ma di certo l’ufficio di Orvieto sembra che nel capoluogo non interessi, quasi che non fossimo anche noi in Umbria”.