Il M5S ha depositato una mozione a firma della capogruppo Lucia Vergaglia per rendere pubbliche le informazioni relative ai consumi energetici degli edifici del patrimonio pubblico assieme ad una proposta di riqualificazione volta al risparmio. È noto infatti che il Comune di Orvieto, come richiamato soltanto dal sindaco emerito Cimicchi e dalle note di commento della stampa, non si sia purtroppo dotato di un piano energetico dotato di prospettive nel tempo nonostante l’alternanza delle amministrazioni di centro destra e centro sinistra.
Un vero peccato soprattutto visto il milione di euro e passa che nel nostro bilancio compare che tra i costi in termini di consumi energetici del nostro patrimonio. Ben vengano le iniziative singole come quella della sostituzione di porzioni di illuminazione con sistemi più moderni ed a basso consumo basati sulle tecnologie dei led ma la questione va affrontata non a macchia di leopardo ma in maniera strategica fissando dei paletti che siano al punto di partenza e l’obiettivo di medio termine e che possono essere seguiti dalle adeguate professionalità all’interno del comune che, per i tanti pensionamenti che arriveranno nei prossimi anni, potrebbe dotarsi di un esperto da includere tra i funzionari come Energy Manager. Nel frattempo però alcune cose si possono cominciare per preparare il terreno ad un miglioramento generale come ad esempio l’audit energetico degli edifici nei termini dei consumi, dei costi del consumato e dell’efficienza a partire da quella termica e luminosa.
Non di rado infatti assistiamo a scene negli edifici pubblici che fanno arrabbiare i cittadini come il trovare i riscaldamenti accesi e le finestre aperte nelle giornate calde oppure gridare allo scandalo quando ci sono classi e palestre fredde nelle scuole. La proposta, a prima firma Lucia Vergaglia, è articolata in tre parti:
1. Audit iniziale dei consumi, dei costi e dell’efficienza energetica.
2. Pubblicazione dei dati con aggiornamenti semestrali.
3. Professionalizzazione del personale del comune dedicata alla gestione del sistema pubblico dell’energia, energy management, e pianificazione delle migliorie e manutenzioni migliorativa.
Questo tipo di attività è propedeutica ad un piano energetico territoriale ma non sostitutiva. Il nostro territorio sicuramente ha la potenzialità di una autoproduzione anzi di una autonomia energetica tuttavia, va detto, i tempi sono cambiati rispetto all’epoca di Cimicchi quando cadevano a pioggia i contributi anche per il biogas e persino per gli inceneritori, e quando c’era una industria di cui capannoni erano dotati di linee e di grandi apparecchiature tipiche da fabbriche, quando le lampadine erano tutte ad incandescenza e gli elettrodomestici non si compravano guardando la certificazione energetica dei consumi. Oggi è tutto diverso e vanno fatte le opportune valutazioni di costi e benefici, cominciando dal pubblico. Va inoltre precisato che vi fu un precedente Audit parziale promosso dalla regione Umbria e confluito nella relazione dell’ingegnere Innocenzi del 2008 e relativo solo a pochi edifici pubblici di Orvieto e Terni, tra cui la nostra piscina comunale. E’ da quel tipo di esperienze che bisogna ripartire.
«Quello di rendere Orvieto una città energeticamente efficiente ed in grado di gestire le proprie risorse con maggiore efficacia è un obiettivo certamente alla portata e per il quale ogni amministrazione può e deve fare la propria parte procedendo in questo modo. Dapprima conoscendo bene e rendendo pubbliche tutte le informazioni necessarie, poi facendo la propria parte e mettendosi in prima linea per l’efficienza energetica ed il risparmio infine promuovendo anche usando la leva fiscale l’iniziativa privata in favore di quei principi antispreco e di resilienza territoriale che da un lato migliorano le condizioni di vita nelle proprie abitazioni e nelle proprie aziende, aumentandone al tempo stesso il valore di mercato e dall’altro contribuiscono a rendere tutto il nostro territorio energeticamente riqualificato. E anche compito dell’amministrazione attivare ogni canale perché siano predisposti bandi locali che mettano nel paniere contributi economici e perché come ente pubblico si faccia il possibile per agganciare il treno della programmazione Europea che eroga Fondi proprio su questa materia.
Era nel nostro programma nel 2014, lo sarà anche in futuro ed è un peccato tutto questo tempo perso, un peccato ed un costo a carico della fiscalità generale e del livello dei servizi che, nel periodo di predissesto, ha ridotto e di molto i periodi di funzionamento ad esempio di scale mobili ed ascensori dei parcheggi che pure sono a pagamento, oltre a limitare l’illuminazione. Ora avviene il contrario e si assiste allo spreco. Sin da subito, cinque anni fa, chiedemmo i dispositivi di standby e riduzione dei consumi per i sistemi di mobilità alternativa e nonostante le assicurazioni non si è proceduto a questi passi essenziali ed abbiamo assistito a continui rinvii ed incontri che si trascinavano nella chimera di aree interne. A questo punto occorre preparare il terreno per la prossima amministrazione mettendo quanto meno su carta i lavori da fare e gli impegni da onorare. Chi verrà dopo non deve avere scuse, deve migliorare il livello di servizio e non deve più sprecare».
Lucia Vergaglia, capogruppo Movimento 5 Stelle, Consiglio comunale della città di Orvieto