Negli ultimi giorni mesi anni, nel nostro paese si susseguono sempre più numerose provocazioni da parte di esponenti del neo fascismo militante impegnati in una battaglia tutta loro per “rivedere” la Storia d’Italia a suon di fake news, disinformazione programmatica e tecniche revisioniste. Succede anche in Umbria, a Terni e a Orvieto: dopo vari episodi di incursioni nella vita civile e tentativi di fermare l’ANPI nelle scuole impegnata nella sua missione educativa istituzionale, nei giorni scorsi l’ultima “azione” ad Orvieto fatta a bell’apposta per offendere il senso comune e forzare la mano creando legittimo clamore e attenzione da parte di tutti i cittadini democratici.
Dove? Nientemeno che alla Biblioteca Comunale Luigi Fumi, una delle istituzioni culturali più importanti della città, di suo un faro di consapevolezza, apertura mentale e ragione. Sono state “consegnate” alla Biblioteca copie del fumetto “Foiba Rossa”, che racconta la storia “rivista” di Norma Cossetto per dimostrare che le foibe hanno un colore e una matrice.
A prescindere qui dalle falsità e faziosità delle informazioni contenute in quei poveri testi(ci sono intere bibliografie sull’argomento “foibe” , le quali sono una tristissima tragedia nazionale che dovrebbe ormai essere, quella sì, consegnata alle pagine di Storia patria, senza infingimenti e senza strumentalizzazioni di parte), è tempo di riaffermare che le foibe sono un effetto della guerra civile e della guerra sul fronte orientale che costò alle famiglie giuliano-istriano-dalmate e all’Italia immenso dolore e sacrificio.
Come mai? Il Governo fascista e poi nazi-fascista ha con ogni evidenza la responsabilità morale e organizzativa di fatti terribili che si sono succeduti a diverse ondate. Non dimentichiamo – ad esempio – la creazione della nuova provincia fascista di Lubiana, con tanto di deportazione di oltre 800 capifamiglia sloveni, e questo prima di alcuna foiba di ogni colore… La Storia va letta nella sua complessità, non con le magliette azzurre o amaranto delle squadre…L’ANPI nazionale ha prodotto un documento al riguardo frutto del lavoro congiunto di molti studiosi e testimoni dei fatti.
Citando poche righe da questo documento, l’ANPI propone di: “Realizzare ed approfondire una riflessione che, alla luce della ricerca, contribuisca a mettere a fuoco le questioni storiche relative alle vicende del confine italosloveno, superando così, per quanto possibile, visioni di parte, forzature, rimozioni e risentimenti che per lungo tempo hanno fuorviato il dibattito e non hanno consentito di costruire una memoria critica e comune. L’obiettivo non è solo quello di fare il punto, ancorché non definitivo, sulle vicende e sugli episodi più significativi relativi alla storia del confine, ma anche quello di contestualizzarli; l’approfondimento del contesto storico, politico e geografico, infatti, è una condizione essenziale per conoscere e comprendere le dinamiche che hanno portato alla grande e contraddittoria mole di eventi drammatici avvenuti nel corso del tempo in quei territori”.
Per noi oggi la “tristezza” è vedere giovani orvietani ancora impegnati a dimostrare l’indimostrabile invece di collaborare alla costruzione democratica di un paese migliore: ne avremmo davvero tutti bisogno.
Qualcuno ogni giorno ormai usa tecniche di oscurantismo accusando le forze democratiche e costituzionali di oscurare a loro volta “la verità”, accusa di revisionismo gli “altri da sé”, revisionando quotidianamente pro domo sua, una casa fascistissima, la Storia nazionale: troppo facile, si tratta di un transfert come bene spiegano gli psicologi, trasferire su l’altro i propri errori, ossessioni, tendenziosità. A chi poi tenta bellamente di entrare nelle istituzioni per riaffermare “la propria storia”, rispondiamo come ANPI che purtroppo per loro, la storia è già molto chiara e scritta, non solo da noi, ma da tutti gli italiani, compresi moltissimi ex fascisti che cambiarono idea visti gli esiti di quel regime barbaro e razzista, fasullo, irrispettoso dei più elementari diritti dell’uomo, che bruciò libri, giornali, idee e portò l’Italia intera in guerra dalla parte sbagliata, a braccetto con i nazisti.
L’ANPI di Orvieto e di Terni chiedono formalmente al Sindaco di Orvieto di espellere al più presto quei documenti artefatti e faziosi dalla Biblioteca Comunale rispedendoli al mittente, e all’intero Consiglio Comunale e a tutti gli Orvietani, di vigilare sempre più e meglio per evitare un’escalation di micro tentativi di erosione democratica da parte di chi utilizza i valori e le idee al modo di tifoserie contrapposte.
“Non si può non vedere – scrive l’ANPI TERNI – come anche in questi giorni siamo di fronte a un tentativo strumentale di appropriazione delle vittime delle Foibe in funzione di un progetto di rilegittimazione politica dei neofascisti e ad un attacco fuori luogo del Ministro degli Interni all’ANPI dove si subordina la ricostruzione dei fatti ad una precisa e circoscritta finalità che non concorre certo ad un ripensamento serio e proficuo degli eventi che sconvolsero il confine italo-sloveno tra il 1941 e la prima metà degli anni ’50. Fare operazioni strumentali e di propaganda sulla pelle dei morti per rovesciare la storia è una attività che non aiuta a costruire una memoria condivisa”.
Fonte: Anpi Orvieto