di Santina Muzi
Venerdì sera, tutta la notte e la mattina di sabato 16 marzo, una tremenda tempesta tropicale proveniente dal Mozambico si è abbattuta sulla provincia di Manicaland colpendo prevalentemente l’area di Chimanimani dove ha provocato morti e distruzioni.
“Enormi i disastri – riferisce don Mgcini Moyo del Centro conferenza Episcopale di Harare, referente dell’Associazione Ikhiwa di Orvieto. – 28 sono i morti finora accertati, 100 i dispersi. La situazione è gravissima, le strade non ci sono più, i ponti sono crollati. Il Governo ha chiesto aiuto a tutte le Chiese, dalla cattolica alle varie di fede protestante, e a tutti coloro che sono in grado di intervenire.
È però difficile per i soccorsi raggiungere le località colpite, bisognose di tutto, cibo compreso. Come Chiesa – prosegue il sacerdote – é nostro dovere aiutare i fratelli e le sorelle che sono le vittime di questo disastro. La Chiesa ha già cominciato, soprattutto quando vede che molte persone quest’anno non avranno di che mangiare e non lo avranno fino al raccolto del prossimo anno”.
Il ciclone tra l’altro ha colpito anche una grande scuola cattolica distruggendo il refettorio e provocando la morte di 2 studenti e il ferimento di altri, di cui uno molto gravemente. Lo Zimbabwe, un tempo Paese floridissimo e all’avanguardia, fiore all’occhiello del continente africano, da diversi decenni si trova in una situazione economica quanto mai precaria, con un numero di poveri sempre in crescendo, mentre la sfiducia e lo scoramento affligge tanti giovani che vagano vestiti di stracci senza più speranze… La catastrofe odierna non fa che accrescere il dramma e annullare le speranze nel futuro. Cosa possiamo fare noi per questi nostri simili?
(*) Le immagini inviate da don Mgcini più delle parole scritte possono raccontare quello che è accaduto nella Provincia di Manicaland.
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