È un Giampiero Lattanzi prorompente quello che rilascia una lunga intervista a Orvietosí, forte del risultato ottenuto nelle elezioni del consiglio provinciale e dalla nomina a presidente dell’Unione delle province dell’Umbria. Politico navigato, sindaco in carica di Guardea, presidente della provincia di Terni, membro della direzione regionale del Partito Democratico, amato e avversato quasi senza mezzi termini, è al centro della vita politica locale. Feroce nella mai celata avversione alla riforma renziana delle province, meticoloso nell’elencare le cose fatte e quelle che sono in cantiere, non risparmia frecciate al governo regionale e al comune di Orvieto.
Di una cosa è certo e lo dice quasi con fierezza: dopo quattro anni di enormi difficoltà seguite all’approvazione della Legge 56 che ha ridefinito il ruolo delle province – difficoltà finanziarie, organizzative e operative – ora la Provincia di Terni è fuori dal guado; il peggio sembra passato seppure resta il rammarico: “Siamo rimasti quattro anni fermi, abbiamo perso tempo prezioso e non siamo stati in grado di garantire neanche le semplici manutenzioni delle strade e dei fossi”, esordisce. “Il problema di fondo – prosegue Lattanzi – nasce dalla riforma attuata sotto il governo Renzi.
Le province sono state spogliate di prerogative e competenze, con una sorta di terrorismo psicologico che sembrava addossare tutti i problemi dell’Italia all’esistenza di questi enti: c’è stato un fuggi-fuggi del personale verso altri uffici, ci hanno costretto a dimezzare quasi anche gli operai in carico, senza che si sapesse chi e come avrebbe dovuto prendersi carico di quanto era appannaggio delle province.
Le regioni stesse, che nell’intento della riforma avrebbero dovuto sostituirle in ambiti fondamentali – si pensi alla tutela dell’ambiente, alla caccia, alla gestione dei centri per l’impiego – si sono trovate impreparate e senza avere competenze specifiche”. “Sono stati anni difficili gli ultimi, dove l’impostazione data era unicamente quella di effettuare tagli ma il risultato ottenuto è stato quello di aver creato un immobilismo deleterio soprattutto per i servizi che le province coprivano: manutenzione delle strade, vigilanza del territorio, capacità di monitoraggio dei reati ambientali. Molte province inoltre, sottolinea Lattanzi, hanno rischiato e rischiano il dissesto finanziario”.
“Questa settimana si è svolto il congresso dell’UPI (Unione Province Italiane) alla presenza del Capo dello Stato: sono stati presi impegni precisi dal governo per rimettere mano a quella riforma nata male ma ci vorrà del tempo”, ribadisce. “La via di uscita auspicabile, che è stata già percorsa altrove, è quella di una maggior collaborazione con la regione Umbria, una divisione dei compiti specifici: a Perugia però pare che non ci sentano, è un argomento che sembra non interessare ed è un peccato perché la co-gestione del territorio e dei servizi conviene a tutti, soprattutto ai cittadini”.
Con il piano quinquennale delle opere sono ripartiti anche i cantieri stradali: dopo gli interventi operati nella zona di Orvieto negli ultimi mesi, interventi che hanno assorbito il 35-40% dei fondi messi a disposizione della provincia di Terni, finalmente nel 2019 dovrebbe essere completata la sistemazione del manto stradale della ex statale Amerina, dal bivio di Montecchio fino a San Lorenzo.
“Abbiamo investito molto nell’orvietano, prosegue, tanto che qualcuno in altre parti della provincia ha storto un po’ il naso. Certo, in questa zona permangono altre criticità che dovranno essere affrontate a breve soprattutto nei territori di Parrano, Castel Viscardo e Ficulle: non è facile gestire un territorio avendo pochi fondi a disposizione. Altri interventi, circa quattro milioni di euro, verranno utilizzati per la messa a norma e l’efficientamento energetico in alcuni edifici scolastici di nostra proprietà a Orvieto, Narni, Amelia e Terni. Anche qui il discorso è delicato, la nostra provincia grazie ad una visione e una progettualità eccellenti, è di gran lunga a buon punto sulla messa a norma delle scuole, cosa che purtroppo non accade in zone limitrofe”.
Non manca una frecciatina al Comune di Orvieto per quanto riguarda la gestione del Palazzo del Gusto di proprietà della provincia, sede dell’Università dei Sapori e del Centro di Formazione regionale. “Qui ci saranno degli investimenti per la messa a norma grazie al progetto delle Aree Interne ma abbiamo già approvato in consiglio una convenzione con il comune che prevede che al suo interno venga realizzato un punto di eccellenza per la promozione dei prodotti tipici del territorio. Inoltre nel palazzo dovranno essere promosse attività culturali come mostre ed eventi oltre iniziative anche dei singoli comuni, in primis quelli dell’area orvietana.
Di certo non siamo disponibili – e su questo con il comune di Orvieto siamo stati chiari una volta per tutte – che nel Palazzo del Gusto vengano svolte attività da parte di privati unicamente a scopo promozionale loro, addirittura, come stava per accadere, con una gestione esclusiva di tutta l’area. Ci rendiamo disponibili a concedere gratuitamente l’utilizzo del palazzo ad associazioni che promuovano attività culturali, meglio se legate al nostro territorio, però da proprietari vorremmo poter valutare i singoli eventi e vorremmo soprattutto che venga svolto un lavoro di controllo, quasi di guardiania, perché spesso abbiamo riscontrato anche problemi e qualche piccolo danno. Diciamo che il comune di Orvieto non è stato un buon controllore da questo punto di vista”.
Un rapido giro di orizzonte, per concludere, anche sulla situazione del Partito Democratico in Umbria. La recente vittoria incassata nel rinnovo del consiglio provinciale ternano, che di fatto ha messo ko la destra che da pochi mesi amministra la Conca – “È dovuto intervenire Salvini in persona per commissariarli”, gongola Lattanzi – non deve dare troppe illusioni: la partita è lunga e difficile, soprattutto a livello regionale, dove già la precedente tornata Catiuscia Marini ha vinto per il rotto della cuffia.
“Il PD è un partito in congresso praticamente da un anno, occorrerà attendere i risultati del prossimo 3 marzo, sperando che si chiuda per sempre la stagione dei primi della classe e degli uomini soli al comando. In Umbria siamo fiduciosi che con Giampiero Bocci segretario si riesca a ripartire con slancio, il numero di votanti alle ultime primarie regionali ci conforta e ci fa ben sperare ma il quadro politico nel suo insieme resta comunque complicato”.
Gabriele Marcheggiani