Commento di Dante Freddi- Non conosco nulla dell’eurodeputata Daniela Aiuto e quindi le sue gravissime affermazioni sul rapporto degli eletti M5S con la Casaleggio&C possono essere vere quanto quelle di chi le nega. La questione centrale mi sembra essere però quella inquietante che un’azienda privata possa costituire il riferimento di un movimento politico che rappresenta in Parlamento oltre il 30% di votanti. Non è che ai tempi di Berlusconi a decidere fossero molti, come neppure a casa Salvini, ma almeno lì la forma è rispettata. Nel caso del M5S è invece formalizzato il contrario e le decisioni passano tutte per Casaleggio, che può dire la sua a proposito dei cavoli nostri e “non è eletto da nessuno”. Nei momenti importanti della vita del movimento, la presenza del figlio del fondatore è imprescindibile e quanto racconta questa eurodeputata disegna soltanto un quadro molto più allarmante di quanto ci si potesse immaginare.
Anche l’attualità non è confortante e il voto sulla piattaforma Rousseau per giudicare il valore della decisione di Salvini relativo alla nave Diciotti espresso a naso, senza avere le informazioni di cui dispongono i deputati della Commissione che deve concedere o meno l’autorizzazione a giudicare il vice premier , non può produrre che una scelta superficiale, ammesso che i risultati rispecchino davvero la volontà dei “cittadini” votanti. E non so questo chi lo possa garantire. La nostra è una democrazia rappresentativa e sarebbe utile che i delegati dal popolo a decidere avessero l’autorevolezza e il riconoscimento per espletare il loro compito.
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L’europarlamentare M5S: “Lascio i 5 Stelle. Casaleggio controlla tutto, vogliono anche le password dei social”
Parla Daniela Aiuto, che si autosospese per un rimborso contestato e non ha mai potuto difendersi: “Davide è del tutto privo di empatia. La sua rappresentante comunicazione in Europa è arrivata a contestare alle donne come si vestono o si truccano. Orban? Da Roma volevano che ci astenessimo.
Daniela Aiuto, europarlamentare M5S, lascia il Movimento
di jacopo iacoboni
«Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì. Queste persone sono diventate il gestore delle nostre esistenze, non della comunicazione soltanto. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto. Si è arrivati anche a dire a qualche mia collega come doveva truccarsi o vestirsi. E non si colgono più i contorni dei criteri di meritocrazia». Chi pronuncia questa straordinaria denuncia è Daniela Aiuto, tuttora europarlamentare del M5S. Aiuto si auto-sospese dopo che alcuni giornali raccontarono che aveva chiesto rimborsi al parlamento europeo per uno studio che sarebbe stato invece copiato da Wikipedia. Lei si difese sostenendo che aveva incaricato e pagato una società di consulenza, e di essere quindi lei la parte lesa. Ora Aiuto ha deciso: lascia lei il Movimento, senza aspettare fantomatiche espulsioni, e nell’impossibilità anche solo di difendersi, come capitò a Federico Pizzarotti.
Aggiungiamo, per sorridere e meditare, la vignetta di Walter Leoni pubblicata su Facebook
La democrazia digitale