E’ stata l’ennesima morte, apparentemente sospetta, di un altro animale presso il canile sanitario di Schifanoia, nel Comune di Narni, a spingere l’associazione “Gli amici di Charlie” di Allerona, a scrivere una lettera – denuncia ai sindaci del comprensorio, alla ASL ed anche alla Procura di Terni. Una lettera con la quale i volontari chiedono agli organi competenti di fare luce sulla situazione del canile, dove sarebbero morti molti cani, sul futuro dei cani randagi che verranno accalappiati, sul canile-rifugio di Orvieto, e per sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza su quanto sta accadendo.
Il canile sanitario di Schifanoia, che è di riferimento anche per il Comune di Orvieto e per il suo comprensorio (il sanitario è dove vengono portati i cani randagi accalappiati e dove rimangono dal momento della cattura fino ad un massimo di sessanta giorni e comunque fino alla sterilizzazione da parte del servizio veterinario), è da tempo balzato agli onori della cronaca per via di alcune morti sospette, già denunciate in passato da associazioni e stampa. “Questo canile é tristemente agli onori della cronaca per le condizioni igienico – sanitarie e per alcune morti sospette”, esordisce il j’accuse dell’associazione di Allerona. “Inoltre, prosegue la lettera di denuncia, le condizioni di detenzione degli animali sono inadeguate al loro benessere psico-fisico a causa di inadeguatezze strutturali. Più volte sono intervenuti rappresentanti politici, a livello locale e nazionale, con sopralluoghi e denunce”. É di questi giorni la notizia dell’ennesimo blitz dei carabinieri forestali i quali hanno riscontrato come tutti i quaranta ospiti del canile fossero malati, appurando anche un alto tasso di mortalità tra gli animali.
“Gli amici di Charlie”, a questo punto, chiedono a gran forza alle istituzioni di intervenire, in particolar modo al Comune di Orvieto, per farsi promotori di un protocollo adeguato con la ASL, in grado di monitorare gli animali accalappiati, quelli condotti a Schifanoia, quelli deceduti e le cause dei decessi: tra l’altro, visto che questi servizi hanno un costo per i cittadini, il Comune di Orvieto in particolare dovrebbe avere sotto controllo la situazione, e valutare eventuali azioni nei confronti dell’Azienda Sanitaria qualora fosse inadempiente ai propri obblighi. Finora, è l’accusa forte degli Amici di Charlie, nulla di ciò é stato fatto.
E l’ultima vicenda, ovvero la morte dell’ennesimo cane, ha spinto l’Associazione a scrivere una lettera di appello e di denuncia. Il cane in questione, è stato accalappiato il 31 gennaio 2019. “Trattandosi di un cagnolino molto piccolo, circa due chili, anziano e in uno stato evidentemente di stress, ed essendo già nota a tutti la grave situazione sanitaria del canile di Schifanoia – spiegano i volontari – ne abbiamo chiesto alla Usl l’affidamento temporaneo come associazione, o eventualmente anche a titolo privato, secondo quanto previsto dalla Legge Regionale 17 agosto 2016 n. 10. L’affido ci è stato rifiutato da parte del Servizio veterinario senza valide motivazioni, il cagnolino è stato portato al sanitario di Schifanoia e lì è morto, per cause non rese note dal servizio veterinario”. “Vogliamo che il Comune vigili sulla salute e sul destino degli animali che ricadono sotto il suo controllo e che ci spieghi perché il canile di Bardano é chiuso agli ingressi da oltre un anno per carenze strutturali, nonostante gli animali venissero trattati bene e godessero di buona salute”, chiedono a gran voce Gli Amici di Charlie.
Insomma, secondo i volontari dell’Associazione, il canile di Schifanoia andrebbe cbiuso immediatamente e nessun animale vi andrebbe più condotto. Rivolgendosi anche agli uffici competenti della ASL, chiedono “per quali oscuri motivi, nonostante la situazione di degrado sia nota da tempo, nessuno é intervenuto per chiudere quello spazio”. Senza mezzi termini e alla luce del sole viene poi chiesto direttamente alla Procura di Terni di valutare se ci siano responsabilità penali in ballo ed eventualmente di perseguirle a norma di legge. “Chiediamo anche alla cittadinanza di Orvieto di far sentire la propria voce, conclude la lettera, affinché i propri soldi vengano spesi in modo corretto, venga rispettata la legge e ai cani accalappiati sul territorio vengano garantite tutte le cure igienico-sanitarie necessarie e il ricovero in strutture adeguate, dove non rischino invece di morire”.