Una giornata ricca di spunti e stimoli nel segno della condivisione e della partecipazione intorno ai progetti della Strategia dell’Area Interna “Sud Ovest Orvietano” riferita a 60.000 abitanti dei 20 Comuni che ne fanno parte. È quella che venerdì 22 febbraio ha coinvolto l’intera area al motto di #FareComunità. Ad aprire la mattinata sono stati gli eventi in programma ad Allerona Scalo con l’incontro su “Benessere, un diritto di comunità” per illustrare le esperienze “Dopo di noi” e della Casa della Salute di Fabro e l’aumento del numero di kit di diagnostica per lo scompenso cardiaco,avvicinando la sanità ai cittadini. La sfida, riuscita, è stata quella di parlare di tematiche delicate e complesse come quelle socio-sanitarie anche ad un pubblico di non addetti ai lavori, rivolgendosi in particolare ai bambini delle scuole elementari.
A Giove si è parlato, invece, della ristrutturazione dell’area dell’ex Chiesa di San Giovanni, completata per quanto riguarda la parte strutturale e in corso di allestimento per ciò che concerne gli arredi. La riqualificazione della struttura storica concepita come luogo di socializzazione per la popolazione e a servizio del territorio ha animato il forum “Luoghi di cultura a servizio delle comunità”.
Nella singolare cornice di Villa Paolina, presso la sala convegni del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Porano il tema affrontato è stato quello delle “Residenze storiche e salute di comunità” ovvero l’intervento di riqualificazione e valorizzazione di Villa Paolina e le connessioni della riqualificazione ambientale con la salute e servizi di ippoterapia.
Nel pomeriggio, la “Piazza Aperta” all’interno del Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto ha ospitato amministratori ed esperti che si sono avvicendati per far conoscere, le progettualità e le iniziative messe in campo in questi anni per scegliere di vivere in un erritorio in grado di progettare e guardare al futuro, partendo dalle riflessioni su: “I numeri statistici del territorio”; “La mobilità interna e la coesione sociale”; “L’innovazione didattica
per lo sviluppo del territorio”; “Cultura e natura per lo sviluppo turistico”; “Salute e qualitàdella vita per l’attrattività del territorio”; “Pensare locale e agire globale”. “La matrice etrusco-romana, un’identità culturale”.
La formula dell’incontro, condotto da Gianluca Foresi, è stata quella di un approccio leggero, con intermezzi musicali curati da Gregorio Negri giovane allievo del Liceo Musicale di Città della Pieve, istituto destinatario di uno dei progetti della strategia d’area, e dei Maestri Lamberto Ladi e Vittorio Tarparelli della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto, e quella dello “spazio assaggi” che ha avuto per protagonista una prima selezione di prodotti locali individuati come cardini del Paniere dell’Area.
Ad introdurre l’incontro è stato il Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani che ha ricordato la creazione della Strategia dell’Area Interna “nata nel corso di 4 anni da un lungo lavoro di confronto e dialogo tra 20 Comuni e che ha visto 2.000 le persone intervenute per elaborare 100 progetti. Oggi la strategia è una realtà: stiamo portando avanti i progetti finanziati per circa 14 mln di euro. Tutto questo è pensato per dare risposte concrete alla perdita di
residenti, per dare nuova attrattività e ricchezza al nostro territorio, per dare soprattutto un futuro ai nostri figli che domani potranno avere occasioni ed opportunità di lavoro e che dovranno portare avanti altri interventi per lo sviluppo sostenibile del territorio”.
“L’Area Interna Sud Ovest Orvietano – ha detto poi Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative – è tra le 17 strategie finanziate. Uno degli aspetti da evidenziare è il partenariato esteso ad altri soggetti, nell’ottica della coesione del Sistema Paese. Il principio è quello di unire le forze e fra queste c’è il sistema della cooperazione. In Italia ci sono tante realtà di piccola imprenditorialità. Nel territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano la cooperazione è presente ed è pronta a condividere la strategia. Pensiamo alle banche di credito cooperativo presenti nei comuni con meno di 5.000 abitanti, oppure alla cooperazione in campo socio-sanitario che interviene al fianco delle famiglie, oppure a quella del comparto agricolo”.
Lucio Caporizzi coordinatore dell’Area della Programmazione regionale dell’Umbria ha parlato della governance multilivello e del protagonismo della comunità locale. “La festa di oggi – ha detto – è un momento importante per creare spirito di comunità di un territorio che sta compiendo un processo di costruzione del proprio futuro. Governance multilivello significa concorrere, ai vari livelli di governo: Europa, Stato, Regione e Comuni, ciascuno per la propria parte, verso un obiettivo comune. Non è facile e tutto sta alla capacità degli attori locali del territorio. Le problematiche sono dure e difficili e le procedure amministrative sempre più complesse, come peraltro conferma l’ultimo rapporto EU che, nelle 255 regioni dell’Unione mette la complessità delle procedure al primo posto, seguita dalla lentezza, dalla centralità e dalle esigenze di cofinanziamento che a livello locale sono eccessive.Ciononostante, l’area è andata avanti ed è in corso di attuazione. Un risultato di grande rilievo. Ma stiamo siamo andando avanti e ci prepariamo alla prossima programmazione 2021/2026”.
Meri Ripalvella, ricercatrice dell’Agenzia Umbria Ricerche ha parlato dell’invecchiamento della popolazione e di redditività. “Il Comune di Orvieto si è dotato dello strumento del Bollettino Socio Economico, di cui a marzo uscirà il prossimo numero con una analisi occupazionale e degli effetti che i progetti dell’Area Interna avranno” ha anticipato. “La riduzione della popolazione residente è utilizzata come variabile per la valutazione dell’Area Interna – ha proseguito – nei comuni dell’Area e nel comune capofila, dal 2011 c’è un trend più veloce di invecchiamento che registra una contrazione anche tra la popolazione straniera residente. L’Umbria invecchia: 199 persone anziane ogni 100 bambini, nelle aree interne la situazione peggiora con un grosso debito demografico verso le future generazioni. Il futuro delle previsioni demografiche regionali ci dice che mantenendo gli stessi tassi di natalità e di immigrazione, nel giro di pochi anni avremo un tasso di vecchiaia molto alto. Quindi dobbiamo intervenire per invertire questa tendenza”.
Di accoglienza e bisogni dell’infanzia ha parlato Chiara De Santis la quale ha raccontato l’esperienza dell’Ippoterapia di Porano che opera prevalentemente sullo spettro autistico, sottolineando come “grazie alla coesione di equipe, gli interventi assistiti con il cavallo, hanno valenza riabilitativa ormai acclarata a livello scientifico e danno luogo ad una sperimentazione che si lega perfettamente al concetto della possibile fruizione di natura. La presenza degli animali a 360 gradi consente di attuare interventi mirati e personalizzati”.
Cristina Maravalle, dirigente scolastica dell’Istituto Omnicomprensivo “R. La Porta” di Fabro ha evidenziato l’importanza dell’innovazione scolastica per lo sviluppo del territorio. “Per le scuole– ha affermato – l’Area Interna Sud Ovest Orvietano è stata come una sorta di rivoluzione perché le Istituzioni ci hanno chiamato per coinvolgerci. Il percorso è stato difficile perché la democrazia è faticosa ma è giusto che sia così. La scuola è un costo per lo Stato non è un investimento. Così, nel tempo, le scuole si sono accentrate nei grandi centri urbani mentre i piccoli si sono andati spopolando. Il finanziamento arrivato alla nostra piccola realtà scolastica darà frutti in termini di preparazione, innovazione tecnologica e la futura occupabilità. La tecnologia infatti non può essere ignorata. La rete di tutte le scuole per una didattica condivisa è un fatto innovativo e la formazione è fondamentale per la didattica”.
Innovazione e formazione sono stati anche i temi dell’intervento del Responsabile della Funzione Associata di Protezione Civile, Giuliano Santelli che ha ricordato gli obiettivi di questo servizio reso alla collettività dell’Area Interna (quella della Protezione Civile è la prima “funzione associata” che è stata costituita). “La Protezione Civile – ha detto – non è solo emergenza, ma prevenzione e previsione, pianificazione e preparazione. Con questafinalità è stato prodotto il Piano Intercomunale di Protezione Civile con un ruolo attivo della Provincia di Terni che, rispetto a quanto accaduto in altre realtà, non ha delegato. Oggi la dotazione di risorse umane di Protezione Civile dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano è data da 400 volontari che sono la migliore risorsa, e poi dai mezzi a disposizione e dall’attivazione di servizi innovativi come Alert System che in 15 secondi è in grado di allertare la popolazione di un vasto territorio. Gli ulteriori obiettivi sono il rifinanziamento dei progetti d’area interna, la formazione e comunicazione i cittadini, monitorare i fiumi con più colonnine idrogeologiche accanto all’alveo dei fiumi stessi e la prevenzione e sicurezza nei luoghi pubblici. Stiamo continuando a lavorare con le scuole per formare nuove coscienze perché la cultura della protezione civile nasce da piccoli. Tra gli obiettivi, inoltre, c’è una maggiore attenzione ai bandi europei per Aree Interne o altri canali di finanziamento che uniscono Europa, Regioni e Comuni”.
“Cinque anni fa eravamo in pochi a parlare di Aree Interne e di Contratto di Fiume, probabilmente senza avere ben chiaro il significato di questi strumenti – ha detto da parte sua il Presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi – il Comune di Orvieto ha avuto il merito di far incontrare i territori della zona sud occidentale dell’Umbria, territori che avevano punti di debolezza che, una volta uniti sono diventati punti di forza. Altro merito è stato quello di saper educare noi Sindaci passando dalla cultura dei ‘campanili’ a quella della condivisione più ampia di una programmazione generale”.
“Cultura, natura come sviluppo turistico sono la ricchezza del territorio e sono elementi fondamentali di un ambiente incontaminato, di produzioni tipiche locali di assoluta eccellenza – ha continuato – abbiamo borghi sostanzialmente intatti molti dei quali valorizzati.
Abbiamo cercato di mantenere la presenza delle scuole dove era possibile. Contiamo su un altissimo flusso turistico, anche se è ancora forte il ‘mordi e fuggi’. Queste sono tutte risorse da capitalizzare. Anche grazie alle rievocazioni storiche possiamo offrire pacchetti di proposte turistiche interessanti. Sono state create strutture di accoglienza come gli ostelli, è fondamentale però creare una comunità di intenti ed il ruolo fondamentale degli imprenditori. Colgo l’occasione per precisare che non esiste alcuna divergenza fra la Provincia di Terni e il Comune di Orvieto sul Palazzo del Gusto nel complesso di San Giovanni rispetto al quale è stato sottoscritto un accordo per una gestione feconda su obiettivi pubblici e privati. Ora occorre avere la capacità di coinvolgere i soggetti privati”.
Claudio Bizzarri, Direttore del PAAO / Parco Archeologico dell’Orvietano ha osservato che “tutto quello che riguarda la storia e la cultura ci giunge dal passato, per questo dobbiamo gestire nella maniera più corretta e rispettosa i beni che abbiamo ereditato. L’invecchiamento della popolazione, per noi archeologi, è un grande serbatoio di memoria, un valore antropologico estremamente ampio. Un’ultima considerazione riguarda l’acqua, i corsi d’acqua e le civiltà che intorno ad essi si sono innervate; ed il confine è punto di incontro tra civiltà e territori diversi”.Sul valore delle emergenze archeologiche presenti nell’Area Interna ha poi parlato Alessandro Dimiziani, Consigliere Comunale di Lugnano in Teverina che ha richiamato la scoperta, avvenuta dal 1988 al 1993, della necropoli della villa di Poggio Gramignano di epoca romana da parte del prof. David Soren dell’Università dell’Arizona.
“La campagna di scavo 2018 – ha detto – ha permesso agli archeologici e ricercatori delle Università dell’Arizona, Yale e Stanford University, coordinati dal Prof. Soren, di constatare quanto fossero grandi le dimensioni dell’insediamento. Le ricerche proseguono per indagare ancora l’evoluzione storico-insediativa che caratterizzò il sito di cui, alla metà del V secolo d.C., alcuni ambienti furono riutilizzati come cimitero di bambini. Nell’ambito dell’Area Interna è stato possibile redigere un progetto mirato alla valorizzazione del sito archeologico e alla musealizzazione dell’area per renderla fruibile anche al pubblico”.
Il sindaco di Castel Viscardo, Daniele Longaroni ha ringraziato il Sindaco di Orvieto, Germani, per “lo stimolo costante da lui svolto in questi anni nell’intento di costruire un raccordo continuativo tra Comuni e Regione”. Per gli aspetti della salute e qualità della vita, ha posto in evidenza “i problemi dell’invecchiamento e della semplificazione delle famiglie, che porta molto spesso all’assenza della rete familiare per la domiciliarità”. “Progetti come il ‘dopo di noi’, l’ippoterapia, gli interventi di domiciliarità ed il controllo dello scompenso cardiaco da implementare attraverso la gestione domiciliare, e poi la trasmissione dati ed il rapporto con i medici di medicina generale – ha affermato – sono frutto di una progettazione che viene dal basso. Sul territorio ci sono tante associazioni che sono una ricchezza e che hanno portato avanti idee e progetti anticipando talvolta norme come quella sul ‘dopo di
noi’. La sanità in questo territorio è diventata attrattiva rispetto ad altre realtà dell’alto Lazio; la diminuzione dei ricoveri impropri e la ‘casa della salute’ di Fabro nascono da questo insieme di fattori. Tra i prossimi obiettivi che dobbiamo porci ci sono altri interventi sulle case della salute e la realizzazione dell’hospice”.
“Pensare locale e agire globale” è l’argomento trattato dal Sindaco di Parrano, Valentino Filippetti il quale ha sostenuto che “per ostacolare concretamente il calo demografico anche delle componenti immigrate, e con esso la perdita di competenze e mestieri, occorre far restare le famiglie creando servizi essenziali come gli asili nido e mantenendo sul territorio le scuole per l’istruzione primaria e conseguentemente i trasporti scolastici”. “I progetti dell’Area Interna – ha precisato – vanno incontro a queste esigenze. L’Istituto agrario di Fabro sta cambiando la mentalità di questo territorio”. “Ci sono dei limiti però da parte delle imprese – ha concluso –aspetto su cui occorre fare chiarezza ed aprire un dibattito culturale serio”.
Le conclusioni sono state svolte da Sabrina Lucatelli, Coordinatore della Strategia Nazionale delle Aree Interne, presso l’Agenzia delle politiche per la Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha portato i saluti del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Barbara Lezzi. “Ricordo ancora il primo incontro a cuipartecipai per la costruzione dell’area Interna Sud Ovest Orvietano da cui si capiva effettivamente che la strada sarebbe stata lunga, ma dopo l’intenso lavoro di questi quattro anni – ha detto – oggi possiamo apprezzare la capacità di raccordo che è stata raggiunta in
questo territorio e che ha portato a scelte condivise. Oggi l’Area Interna ‘Sud Ovest Orvietano’ è una della 72 aree interne in piena attività nell’ambito della strategia nazionale. Il territorio sta scegliendo una traiettoria che proseguirà anche in presenza di cambiamenti politici, perché la strategia d’Area Interna ha in sé il senso di futuro del Sistema Paese”. “La mia esortazione – ha concluso – è quella di non abbassare la guardia, di produrre creatività e
cultura intorno a questo processo, ed è quella di mantenere alta l’attenzione sui risultati attesi in un costante rapporto con i cittadini, perché non ha senso ricominciare sempre da zero. Ha senso invece mantenere vivi gli aspetti innovativi che la strategia di sviluppo porta con sé”.