di Massimo Gnagnarini
Bisogna sforzarsi per constatare oggettivamente che a 100 giorni dal voto le uniche idee concrete e innovative sul futuro di Orvieto, in continuità allo straordinario successo ottenuto con il completo risanamento dei conti comunali, provengano da Germani e dalla squadra civica di governo che lo ha accompagnato e sostenuto in questo quinquennio.
Non pervenuta, invece, alcuna visione futura di città dall’arcipelago della destra orvietana. Il suo ormai vecchio gruppo dirigente domestico, ringarluzzito dal tentativo di cavalcare il favorevole trend nazionale, non sa cosa dire e non sa cosa fare per declinarlo in proposte e misure concrete e credibili a favore della nostra città. Peraltro è troppo vivo il ricordo del clamoroso fallimento che l’Amministrazione di destra ha prodotto nel governare Orvieto nel corso del quinquennio precedente, tant’è che non basterà certo indossare la felpa salviniana per farlo dimenticare agli elettori.
Per completare il quadro bisogna prendere atto che risulta assente ogni parvenza di nuova classe dirigente cittadina, nè formatasi né maturata, intorno al fenomeno grillino. In conclusione da una parte c’è una Amministrazione uscente poco capace di comunicare i propri successi e dall’altra ci sono gli sfidanti favoriti da una straordinaria onda comunicativa nazionale ma con un macroscopico deficit di contenuti a livello locale.
La platea a cui tutti ci rivolgiamo e’ quella di 10000 pensionati, 2000 stranieri, 4000 operatori che campano con il turismo e 4000 salariati di cui 1000 che prendono il treno la mattina e che insieme costituiscono la società civile orvietana. Una comunità locale in equilibrio su un crinale dov’è un attimo perdere definitivamente le ragioni stesse che giustificano la sua stessa esistenza. Dunque ricordiamoci tutti noi orvietani che per il bene comune servono cervelli e non servono solo i meno antipatici.