Commento di Dante Freddi- Le considerazioni pubblicate su avvenire.it di un lettore e del direttore Tarquinio saranno sicuramente commentate qui sotto con il solito sprezzante epiteto di “buonisti” affibbiato ai due, poi anche a me. Se va bene, altrimenti ci becchiamo anche dei cattocomunisti, sinistri, antitaliani ecc. Ma tant’è, se ci si mette sul web ci sta anche questo. A me è capitato perfino che giovanotti con una sicumera spropositata mi abbiano chiesto, ovviamente domanda retorica, se ci stavo con il cranio. Non ho potuto rispondere, perché dimostrare di starci con la testa è difficilissimo. Insomma, secondo il racconto cattoleghista del Catechismo praticato dal ministro leghista Fontana, Gesù predicava di amare il prossimo vicino, fisicamente vicino. Quindi prima il prossimo vicino, poi forse quello lontano, a seconda della posizione nello spazio. Il lettore Marco Garbero Chieri di fronte a questa suggestiva lettura del Vangelo del ministro Fontana, ricorda un Angelus di Francesco che sostiene « Dipende da me essere o non essere prossimo. La decisione è mia». Una breve e densissima dichiarazione, un’immagine straordinaria. D’altra parte, cattolici che accettano Salvini o la Meloni come testimoni della Famiglia, come prima facevano con Berlusconi e Casini, hanno una contraddizione nella scala dei valori piuttosto evidente: Dio(nostrano, nazionale, sovranista, Dio è con noi), Patria (Padania, con Alberto da Giussano nella bandiera) e Famiglie (varie ed eventuali).
Posta Antonio Ruina
Il Vangelo è universale ….comunque invito tutti a leggere Matteo 5, 31-46!
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Umilia soltanto se stesso il politico che riscrive il Vangelo della prossimità
Umilia soltanto se stesso il politico che riscrive il Vangelo della prossimità
Marco Tarquinio martedì 26 febbraio 2019
Caro direttore,
è domenica e ho appena sentito con le mie orecchie la frase del ministro Lorenzo Fontana per giustificare lo slogan “prima gli italiani”, usato contro chi italiano di nascita non è: «Migranti? Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: “Ama il prossimo tuo”, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità». Ma come si permette questa persona di citare il Vangelo in maniera impropria? Come osa ribaltare assolutamente il concetto che Gesù voleva spiegare, e per di più per giustificare l’inqualificabile comportamento in tema di immigrazione della Lega, il partito di cui è vicesegretario? Cito un Angelus del Santo Padre che ci aiuta a capire la splendida pagina del buon samaritano: « In essa Gesù ribalta completamente la prospettiva iniziale del dottore della legge – e anche la nostra! –: non devo catalogare gli altri per decidere chi è il mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non essere prossimo. La decisione è mia. Dipende da me essere o non essere prossimo della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile». Grazie.
Marco Garbero Chieri (To)
Che dire, caro signor Garbero? Ha già detto tutto lei, infine con la citazione davvero illuminante della riflessione di papa Francesco all’Angelus di domenica 10 luglio 2016. Grazie, dunque. Aggiungo solo un’annotazione. Nessuno dovrebbe permettersi, sfigurando la Parola che è Cristo, di costringere il Vangelo dentro un slogan propagandistico. Vale per tutti, me compreso. Ma forse vale un po’ di più per i politici, che se si avventurano a tradurre il Vangelo tradendone termini e significato non umiliano il testo sacro, ma se stessi e la dignità del ruolo che sono tenuti a svolgere. Mi spiace che anche Lorenzo Fontana, ministro e numero due della “Lega”, si sia preoccupato di imboccare la strada impossibile della riscrittura confusa e confusionaria degli insegnamenti di Gesù, imitando il leader del suo partito e ingegnandosi a sua volta per porre un respingente argine di comodo all’amore di Dio. Un amore, al quale invece – «ribaltando la prospettiva », dice il Papa – chi si proclama cristiano può e deve tentare di assomigliare nel rapporto con gli altri, il nostro prossimo che è ovviamente e prima di tutto anche quello della porta accanto, ma ha assolutamente tutte le pelli del mondo. Tutte, senza eccezioni e discriminazioni. Tutte, nonostante le differenze e malgrado i nostri limiti, che – insisto – non possiamo pretendere di usare per limitare Dio, per svuotare il “comandamento nuovo” di Gesù e per dividere l’umanità… Eppure il ministro Fontana avrebbe un’altra impresa a cui dedicarsi anima e corpo: dare impulso a una organica, seria, efficace politica per la famiglia. Senza più ritardi, e senza confusioni.