Senza dubbio è la passione a ispirare e alimentare nobili imprese, come quella portata a termine dalla scrittrice orvietana Santina Muzi. Il suo nuovo libro, dal titolo “Il ramo orvietano dei Manassei”, è stato recentemente presentato nella biblioteca comunale di Terni, alla presenza della sua direttrice che, complimentandosi per il lavoro svolto (circa quattro anni di ricerche), ha annunciato per l’occasione un altro evento che avrà come protagonista l’altra famiglia Manassei, quella della città di Terni, proprietaria dello splendido palazzo, oggi sede comunale.
Come si dice: da cosa nasce cosa. Leggere questo libro significa immergersi in un periodo cruciale della nostra storia. Siamo intorno alla metà dell‘800, quando le truppe del Regno d’Italia irrompono nella città di Roma. E‘ la fine di un’epoca, quella dei Principati e della dominazione dello Stato Pontificio. Cambia radicalmente l’assetto politico e chi poteva contare su una buona posizione sociale ed economica vide improvvisamente finire la propria fortuna, al contrario di chi invece seppe trarne profitto.
Tutto cambia, niente è più come prima! La parola d’ordine è quindi adattarsi, trovare un nuovo equilibrio, prepararsi ad accogliere il futuro. E se, in quel tempo, la povera gente cercava di sopravvivere come poteva, le famiglie più importanti e agiate spendevano i loro giorni a trovare il modo di ri-inventarsi nel tentativo di salvaguardare ciò che avevano accumulato in beni e onori. In mezzo si trovava il Comune di Orvieto, chiamato a scrollarsi di dosso secoli di “sudditanza” dalla Chiesa di Roma.
Tutti gli ingredienti, dunque, per una storia veramente originale dove ci si imbatte in personaggi e situazioni di ogni tipo: dai trascorsi del giovane Amilcare – ribelle alle autorità scolastiche e per questo espulso da tutte le scuole del Regno – alle vicende legate allo scandalo della Banca Romana, dalla fabbrica del ghiaccio nei pressi di un noto laghetto, alla prima guerra mondiale, dalla carriera amministrativa e pubblica del protagonista, al guado sul fiume Tevere, situato nelle vicinanze dell’antico porto di Pagliano, nella grande tenuta del castello di Corbara…insomma, qualcosa da non perdere. (Patrizia Pelorosso)