Con 5 voti favorevoli di Brega, Chiacchieroni, Smacchi-Pd, Rometti-Socialisti, Ricci (Misto-Rp/ic), ed il voto contrario di Fiorini (Lega), la Seconda Commissione, presieduta da Eros Brega si è espressa favorevolmente sulla proposta di regolamento alla legge regionale ‘8/2017’ (legislazione turistica regionale), predisposta dalla Giunta, che disciplina le associazioni Pro Loco.
In sostanza, in assenza degli Iat (Uffici informazione ed accoglienza turistica) sul territorio, i servizi di informazione ed accoglienza potranno essere svolti dalla Pro Loco. È stata Antonella Tiranti (dirigente servizio turismo) a illustrare il documento specificando che questo sulle Pro Loco è il secondo (sui quattro previsti) in attuazione della legge turistica regionale.
“Questo sulle Pro Loco – ha spiegato – nasce dalla volontà e dal dettato della legislazione turistica regionale che mira a costruire una governance più attenta in merito alle funzioni del turismo. L’obiettivo è attribuire ai soggetti che hanno una presenza capillare sul territorio un ruolo fondamentale in materia sia di organizzazione che di valorizzazione delle eccellenze, contribuendo quindi all’organizzazione e alla costruzione del prodotto e all’accoglienza. In questa logica le pro loco che sono capillarmente diffuse sul territorio assumono una funzione fondamentale”. Già nella legge era previsto che in tutti i territori comunali dove non fosse presente un Ufficio di informazione ed accoglienza turistica di area vasta, questo tipo di attività poteva essere gestita anche dalle pro loco o da altri soggetti privati (agenzie di viaggio), imponendo ovviamente una gestione secondo gli standard di qualità fissati nel regolamento.
Nel regolamento viene previsto che la ripartizione dei contributi che annualmente e regolarmente vengono assegnati alle Pro-loco si sposta dall’analisi matematica sul requisito soggettivo alla valutazione sulle attività svolte, attribuendo dei punteggi specifici a quelle Pro-loco che svolgono attività di informazione e accoglienza turistica, ma anche attività di gestione di musei locali, o tenuta in ordine di aree parchi, di aree verdi, situazioni dunque che valorizzano l’offerta del territorio. Che organizzano inoltre sagre o feste dove vengono utilizzati al 100 per cento i prodotti di eccellenza del territorio. “L’auspicio – ha rimarcato Tiranti – è che le Pro-loco evolvano anche a soggetti attivi nelle funzioni di accoglienza turistica e di organizzazione del prodotto”.
Emanuele Fiorini (Lega), dopo aver premesso di non voler prendere di mira le Pro-loco e le sagre, ha detto di vedere una “mancanza di equità tra le Pro-loco che organizzano sagre e l’attività della ristorazione. Le sagre organizzate nei territori – ha spiegato – andrebbero riviste perché, attraverso le Pro-loco, ricevono risorse pubbliche e non cucinano soltanto il prodotto che dà il titolo alla stessa sagra, ma presentano menu come quello di un ristorante. I gestori dei ristoranti sono invece chiamati a pagare un’infinità di tasse e devono vivere ed operare 365 giorni all’anno. Nel periodo delle sagre i ristoranti vengono messi in ginocchio. Pertanto non va soltanto normato il finanziamento alle pro loco, ma va rivisto tutto il sistema delle sagre che organizzano”.
Claudio Ricci (Misto-Rp/Ic) ha detto che “il regolamento in questione coglie pragmaticamente l’esigenza di implementare sul piano informativo, quindi su quello turistico, l’ottimizzazione delle risorse ed i costi, utilizzando le importanti realtà associative locali in una logica di correlare l’informazione con l’accoglienza. Spesso le Pro-loco implementano i servizi nel territorio che altrimenti le strutture istituzionali non avrebbero la possibilità e l’incisività di farlo. Le Pro-loco italiane sono circa 6.200, quelle umbre sono circa 240 su 92 comuni, rappresentando quindi una infrastruttura sociale, culturale e di servizi turistici fondamentale. Bene anche la prevista gestione dei musei locali da parte delle pro loco”.
(Fonte: Consiglio Regionale Umbria)