Tenere a mente
Ricordare oggi i confini dell’orrore chiusosi 74 anni fa, ci rende più consapevoli e sensili per affrontare le sfide del presente. Anche il razzismo prima strisciante oggi emergente in Europa, è figlio del pensiero debole e fallace causato dall’assenza di conoscenza e dalla paura dell’impegno e responsabilità personali: più facile scaricare tutto su un nemico immaginario. Per questo ricordare oggi la Shoah e il sacrificio di milioni di persone è un dovere per ogni cittadino che abbia a cuore il futuro dell’umanità e la democrazia
di Pier Giorgio Oliveti, Presidente Anpi Orvieto
Nel giorno 27 Gennaio, anniversario della “liberazione” dei cancelli di Auschwitz, prima di tutto un dovuto momento di raccoglimento per pensare all’immenso dolore inflitto dall’uomo contro l’uomo a causa di un preciso progetto di Nazisti e Fascisti, onore alle vittime e alle loro famiglie. Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale fu avviata una vera e propria industria che ha fagocitato in una voragine della Storia milioni di innocenti, donne uomini vecchi e bambini. Peraltro – ricordiamolo – tutti messi a morte in modo raccapricciante e “lento” dal gas Zyclon B, ricavato da un insetticida a base di acido cianidrico, come qualche anno fa testimoniò di persona Shlomo Venezia davanti a centinaia di studenti delle scuole di Orvieto.
Lui era un giovane di cultura ebraica deportato a Birkenau e messo a lavorare nelle Sonderkommando, ovvero le squadre di ripulitura delle camere a gas che ogni giorno dovevano estrarre, …, per ogni “servizio” duemila corpi dei nostri immolati fratelli dopo un quarto d’ora di agonia… E poi il crematorio…. Cancellando d’un tratto duemila anni di radici cristiane del nostro continente, la macchina dello sterminio colpì per primo il popolo ebreo, poi anche musulmani, rom, sinti, omosessuali, e poi ancora inabili, prigionieri politici, e altri.
Shlomo che parlava dopo cinquanta anni di silenzio…, ci informò che i “servizi” nella sola Auschwitz-Birkenau erano fino a tre al giorno,…, in funzione del numero dei cosiddetti “trasporti” in treno da ogni dove…E tutto questo perché? Perché qualcuno scelse – anche in Italia – questa strada dell’eterna infamia per il nostro paese, le Leggi Razziali promulgate nel 1938 dal Governo Fascista? Dobbiamo ammettere che il tema del “nemico” a sfondo razzista è purtroppo attuale anche oggi come scusa per occultare e dimenticare le nostre debolezze, i nostri errori, i nostri interessi, individuali o nazionali, personali o di clan. Per di più, lo sappiamo ormai tutti, al tempo di Internet è molto più facile far passare messaggi tendenziosi, capziosi, financo “falsi”, le cosiddette fake news capaci di condizionare l’esercizio delle funzioni democratiche ed anche i rapporti interpersonali…
Proprio per rimarcare l’importanza del ricordo e tenere bene a mente quel che malauguratamente è successo, Anpi Orvieto, Terni e Regionale per l’Umbria, organizzano dal 4 al 9 Febbraio la Mostra “1938-Leggi Razziali Fasciste: Alle origini del razzismo in Italia”(con il Patrocinio di Comune di Orvieto, Provincia di Terni, Regione dell’Umbria) con entrata libera presso la Sala Unità d’Italia al Comune di Orvieto.
Post colonialismo irrisolto, selezione dei migranti per provenienza e colore, uso strumentale di un problema grande e reale, quello dell’integrazione connesso al lavoro, la discriminazione tra individui rispetto ai diritti fondamentali, non possono essere la cifra di un paese civile e cristiano. Siamo così tutti invitati a visitare la Mostra di ricostruzione storica di un dramma per ricordare e riflettere su cosa successe e provocò l’Olocausto: anche questo servirà per arginare “l’anima nera” che ogni nazione ha e provare a costruire un mondo migliore non a parole ma nei fatti, assieme a tutti i cittadini libertari e democratici. E’ tutto il contrario di quello che vorrebbero alcuni supporter e frange estreme che non si riconoscono nella Costituzione Repubblicana.
A proposito di libertà e memoria: anche nella vicina Narni recentemente hanno intimato all’Anpi di non andare nelle scuole a ricordare la Storia, questa Storia ed altre connesse ai totalitarismi di ogni tipo e tempo. Un fatto grave seppur circoscritto e in parte goliardico, per fortuna rintuzzato dall’intera comunità locale narnese, con in testa dirigenti, insegnanti, genitori e studenti. Un segnale di transfert che va nel segno del “contorsionismo mediatico” tanto in voga oggi: proprio dai negazionisti e revisionisti della verità storiografica, arriva l’accusa all’Anpi di “fomentare l’odio” e “distorcere la realtà dei fatti”, “manipolando” gli studenti grazie a fondi pubblici(=quali? non pervenuti, siamo tutti convinti volontari).
Se parlassimo di sport sarebbe un tuffo carpiato all’indietro… L’Anpi comunque continua più di prima nella sua opera di semplice promozione della memoria di fatti, cose, persone nel rispetto rigoroso della Costituzione italiana e aperta al confronto costruttivo con tutti, organizzazioni o semplici cittadini, desiderosi di rafforzare le istituzioni democratiche e a partecipare. Del resto, “Libertà è partecipazione”, ricordava Giorgio Gaber: lo diciamo forte e chiaro anche da Orvieto, Città del Jazz, un tipo di musica che come ricordiamo benbene era considerata “musica degenerata” da Nazisti e Fascisti…chissà perché?