Dopo aver perso un Comune dietro l’altro il PD umbro, alla vigilia delle elezioni amministrative, commissiona un sondaggio sull’indice di gradimento verso gli ultimi suoi Sindaci in carica. Molti orvietani sono stati in questi giorni raggiunti dalle domande di un call center e invitati a esprimere un giudizio sull’operato di Germani al fine di valutare l’opportunità o meno per il suo partito di riferimento, committente del sondaggio, di riproporlo o meno come candidato a Sindaco.
Ciò che incuriosisce non è tanto l’esito del sondaggio che potremo conoscere quanto l’opportunità di averlo promosso. In effetti, invece di interrogarsi sulle ragioni del trionfo delle destre a Perugia a Terni e con ogni probabilità tra un anno alle elezioni regionali, il PD sembra impegnato ad allestire potenziali graticole sulle quali potrebbe rimanere arrostito proprio chi era finora riuscito a invertire la tendenza a perderle le elezioni dimostrando, anche attraverso un politica di alleanze civiche, di vincerle strappando alla destra, che in Umbria va di moda, Comuni come quello di Orvieto.
Non ci sarebbe nulla di sbagliato a misurare preventivamente il gradimento pubblico di un Sindaco in un’epoca normale, ma farlo in un’epoca, come quella attuale, condizionata da un sentimento diffuso e generalmente ostile verso ogni forma di rappresentanza istituzionale costituisce un vulnus e può apparire come un escamotage per regolare mere diatribe interne al PD stesso. Se queste sono le premesse, alle prossime elezioni comunali a Orvieto, questo PD , sprezzante sia verso il destino dei propri sindaci e verso le forze civiche che si sono spese e lealmente alleate, non potrà che prendere atto dell’ennesima conferma della sua natura minoritaria e sostanzialmente marginale nel quadro politico locale nel prossimo futuro