Commento di Dante Freddi- Stefano Cimicchi còglie l’occasione dell’interessante inchiesta di Milena Gabanelli per togliersi qualche sassolino fastidioso e stuzzicare un possibile rilettura della storia della nostra città, di cui l’ex sindaco è stato importante protagonista.
Ci sono stati anche libri su quel periodo, prima fra tutti quello di Claudio Lattanzi, che ha tentato di raccontare anche gli aspetti più pruriginosi. Non tutti ovviamente conoscono gli ultimi anni Novanta e i primi Duemila, quelli di Cimicchi, detto dai più maligni il “faraone” per il codazzo che lo circondava, ma sono ancora influenti nella nostra vita quotidiana.
Più volte, durante gli anni scorsi, sono intervenuto denunciando l’opera di “decimicchizzazione” che avveniva in città con l’intento di smantellare tutto quanto Cimicchi aveva costruito, con punte di accanimento durante gli anni di destra.
Tutte le colpe dell’indebitamento di Orvieto furono fatte risalire a quel periodo e credo che sia vero, anche se nella visione di Cimicchi alle uscite dovevano corrispondere anche adeguare entrate, provenienti da quel “Piano energetico” che fu affossato, secondo Cimicchi dal « padrone perugino e romano», sicuramente dall’opposizione, fortissima e imprevista, degli orvietani.
Quella nostra storia andrebbe discussa. Non tanto per stabilire la “verità” di uno o di un altro, ormai poco interessante, ma perché alcuni argomenti, come il rapporto tra tutela ambientale e sviluppo, sono di nuovo in agenda e più si conosce e meno si corre il rischio di « legare il somaro» dove vuole qualcun altro, inconsapevolmente, per amore di un’idea.
Posta Stefano Cimicchi
Non posto spesso e, soprattutto, evito polemiche dirette ma questa della Gabanelli vi chiedo di seguirla e condividerla. Dunque la Gabanelli è una professionista vera e sicuramente onesta Ci parlai quando fece l’inchiesta sul “sistema” Roma, Acea e soprattutto Cerroni (poi assolto). Parlammo dell’arrivo di ACEA a Terni e ad Orvieto. Non ho mai voluto diventare paranoico, ragione per cui evito di essere compulsivo sugli argomenti. Di queste cose poi parlano tutti. Soprattutto quelli che non sanno niente e che cercano facile visibilità. Curiosamente a me nessuno (o pochissime persone) hanno domandato mai niente. Chissa? Chi ha voluto sapere ha considerato la cosa troppo “vischiosa” per meritare di essere approfondita. Ora parte una grande (?) discussione sulle elezioni di primavera. Bene! chi si affanna a scriverne oppure organizza dotte conferenze preferisce menare decisamente il can per l’aia e qui ci sono (state) tante aie e altrettanti cani! Per quale ferita mi decido a scrivere questo post? per le centinaia di milioni di investimenti bloccati dal nimby e dai bassi interessi di bottega. Orvieto aveva un “Piano Energetico” dal 1997 fatto dall’Ing. Paolo degli Espinosa che aveva fatto quello di Brescia. Potevamo campare A VITA sovradimensionati come dice qualcuno, invece si è preferito legare il somaro dove vuole il padrone perugino e romano. Questi sono fatti! Quale è il colmo? Adesso a livello nazionale i teorici della “decrescita in-felice” sono i 5 Stelle ma a Orvieto.? Qui non ci sono alibi No! Tanta storia, di grandi progetti e tanti successi ottenuti venduti per bieco opportunismo e scadente solidarietà, neanche di Partito, ma di corrente e di sottocorrente. Buon Anno!
Link all’inchiesta di Milena Galbanelli- https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/grandi-opere-pubbliche-infrastrutture-saltati-mezzo-milione-posti-lavoro-15-grandi-imprese-pre-fallimento/6898462a-102a-11e9-979d-2767d72e669d-va.shtml?fbclid=IwAR2vzfM3ntbDUL1v0-5Yu2P9UGgEF3KofrSmgEODe0oxPylrupz5WHDobrU