Di Massimo Gnagnarini ex assessore al bilancio
Mi è stato chiesto un parere circa l’introduzione di un tiket per entrare a Orvieto Centro storico da far pagare ai turisti cosiddetti mordi e fuggi ovvero quelli che non si fermano a dormire e che, per capirci, usano la città per poche ore consumando un panino senza pagare alcuna tassa di soggiorno.
Il principio è giusto e ci aveva già pensato Civita di Bagnoregio e dal prossimo anno anche Venezia con tanto di nuova norma ricompresa nell’ultima Legge di Bilancio dello Stato. Tuttavia a Orvieto la questione è stata già affrontata dalla Giunta Germani allorchè in contemporanea alla entrata in vigore della tassa di soggiorno nel 2014 nel nostro Comune si è provveduto a differenziare le tariffe dei parcheggi a Campo della Fiera e in Via Roma lasciandole invariate per i residenti del comprensorio e mantenendo tutte le facilitazioni in abbonamento per i lavoratori, commercianti e professionisti innalzandole, invece, del 40% per i turisti. Nel contempo furono anche riadeguate le tariffe fissate per la sosta giornaliera dei bus turistici.
In altre parole con quella iniziale manovra di bilancio si istituì di fatto una tassa indiretta a carico dei forestieri in visita a Orvieto. O meglio sarebbe dire un contributo per la cura e il mantenimento della città. Queste misure seppur inizialmente criticate e oggetto di virulente opposizioni politiche, hanno consentito all’Amministrazione comunale di trovare i soldi necessari ( si è passati da 600.000 euro di entrate annue relative a 1.750.000 euro annui dell’ultimo triennio) destinati alle manutenzioni degli impianti di mobilità alternativa come ascensori e scale mobili adesso ritornati efficenti e funzionanti nonché al raddoppio dei servizi di spazzatura e manutenzione ordinaria del Centro storico.
Per contro non si è verificata alcuna ripercussione negativa sui flussi turistici che, come dimostrano i dati statistici dell’ultimo quinquennio, sono in costante progresso. Oggi nessuno che volesse amministrare con criterio Orvieto si sognerebbe di fare marcia indietro su tali misure eppure, anche qui, la colpa o l’ingenuità iniziale dell’Amministrazione uscente è stata quella di non aver saputo comunicare con forza e chiarezza la positività di una scelta sensata e anticipatrice dei tempi.