Posta Mattia Ciambella
ORVIETO È MORTA.
Scrivo solo per far presente a tutti che per la notte di CAPODANNO i ragazzi orvietani di 17anni in giù non potranno far niente per la NON organizzazione di nessun evento o un qualcosa. (per i permessi non dati dal comune?)
Tra noi ragazzi era balzata la malsana idea di prendere una cassa, collegarla ad un telefono e divertirci tutta la notte a ballare in una qualche piazza di Orvieto, ma non si può fare perché si disturba la popolazione… (Come ogni Venerdì e Sabato sera d’altronde…),
Vorrei farvi una domanda, noi ragazzi orvietani, a 17 anni, per festeggiare capodanno,
COSA DOBBIAMO FARE?!
Commento di Dante Freddi
Questo post ha tenuto banco tutta la giornata di ieri, perché pone almeno un paio di temi da affrontare. L’uso della città per evitare di disturbare la quiete e il caso della mancanza di un concerto pubblico per l’ultimo dell’anno, assente da moltissimi anni. I commenti hanno toni diversi, le questioni sono aperte. Gianluca Foresi, che ha rilanciato il post con una dettagliata analisi, racconta che un concerto pubblico sarebbe contrario, secondo il patron di UJW Pagnotta, allo spirito dell’evento e per questo motivo potrebbe non essere stato organizzato dall’Amministrazione. Non mi rendo conto quanto potrebbe contrastare con quello “spirito”, che comunque va tenuto presente, perché UJW è la manifestazione più importante per la città e per la sua promozione. È panem per molti. In quanto ai circenses, cambiando naturalmente quanto c’è da cambiare, il concerto insomma, non conosco se il motivo sia quello espresso da Foresi, se sia questione di bilancio o di disturbo della quiete degli orvietani meno festaioli. Escluso che un evento gratis possa essere organizzato da professionisti, rimane lo spirito di Santa Perduta per poter immaginare una simile attrazione, magari alla Piave, dove si dà poco fastidio ai residenti, magari con un contributo del Comune, che per cifre contenute potrebbe lavorare su eventuali problemi di bilancio. E anche Pagnotta, in quell’area del centro storico, probabilmente non riterrebbe inquinato il senso di UJW. Un’altra difficoltà, che non è emersa, è la preoccupazione per l’ordine pubblico e la disponibilità di uomini che lo garantiscano. Credo comunque che si sarebbe potuto avere il concerto, senza attendere però che fosse qualcun altro a preoccuparsi di come farci divertire l’ultimo dell’anno, per poi tristemente verificare che non c’è.
A realizzare idee c’è anche più gusto che a farsele realizzare. Ed è molto più educativo, perché si affrontano i “no” e si lavora per farli diventare “sì”.