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Home Economia

Banco della Terra, come mettere a sistema il patrimonio regionale in disuso sviluppando nuove filiere produttive

Redazione by Redazione
13 Dicembre 2018
in Economia, Secondarie, Archivio notizie
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“Gli obiettivi che abbiamo all’orizzonte sono molteplici e per questo abbiamo modificato una legge regionale e approvato un regolamento ad hoc. Vogliamo mettere a sistema il patrimonio regionale in disuso, coinvolgendo altri enti e privati in azione di riqualificazione patrimoniale sviluppare nuove filiere produttive per valorizzare prodotti tipici umbri e coltivazioni autoctone e dunque creare opportunità di lavoro soprattutto per i giovani”.
Così l’assessore regionale al patrimonio, Antonio Bartolini, ha presentato, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia, il Banco della Terra, un progetto di utilizzo, attraverso un bando regionale, di terreni e fabbricati pubblici, che vede impegnati insieme Regione Umbria, Agenzia forestale regionale e Sviluppumbria e che dovrà coinvolgere gli amministratori degli Enti locali e territoriali, le associazioni di categoria, agenzia del demanio e le associazioni operanti nel settore.
“In questa prima fase – ha spiegato Bartolini – viene messo a disposizione del progetto il patrimonio immobiliare della Regione che si trova nei Comuni di San Venanzo, Allerona, Orvieto, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio, Assisi/Valtopina. Sono terreni immediatamente disponibili. Si tratta di un primo stralcio, in via di implementazione, ma gli elenchi verranno poi aggiornati ogni sei mesi.
Dopo l’approvazione della legge e del regolamento, procediamo adesso con incontri aperti di partecipazione, utili ad ascoltare e valutare le proposte degli stakeholders, professionisti e cittadini, al fine di definire il bando che contiamo di pubblicare nella prossima primavera. A partire da gennaio infatti organizzeremo degli incontri partecipativi nelle comunità territoriali di riferimento delle aree che abbiamo individuato per avviare un confronto e una discussione con il territorio, a cominciare dai Comuni.
Un’occasione di confronto utile anche per capire se è possibile aggregare attorno al nucleo messo a disposizione dalla Regione altre aree che sono vocate o vocabili. Rispetto alla precedente versione della legge regionale – ha sottolineato Bartolini -, adesso è stato individuato un unico soggetto gestore, l’Agenzia forestale regionale, che avrà il compito di redigere i bandi di gara, stipulare le convenzioni con enti e privati, controllare il rispetto dei progetto presentati ed aggiornare ed alimentare l’anagrafe dei terreni disponibili che, anche questa è una novità, potranno comprendere anche fabbricati compatibili con la gestione agricola e cioè attività agrituristiche, extra-alberghiere o attività produttive o terziare legate alla realizzazione conservazione e commercializzazione di prodotti del suolo”. “L’elenco dei terreni che sarà messo a bando – ha concluso l’assessore Bartolini – verrà approvato nei prossimi mesi dalla Giunta regionale (insieme al piano annuale di politiche patrimoniali). Per l’assegnazione ai richiedenti abbiamo anche previsto premialità per la competenza culturale e tecnica, l’impiego di prodotti sostenibili, anche ambientalmente per preservare la biodiversità, la creazione di nuove filiere produttive, o la presenza di cooperative sociali. Per i beni di proprietà regionale la locazione o concessione del bene, avrà una durata non inferiore, di norma, a 20 anni e non superiore a 50 anni, mentre per i beni di proprietà delle province, comuni e privati le condizioni saranno stabilite con apposite convenzioni”.

 

 

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