ORVIETO – Sabato 24 novembre, nel convento dei Cappuccini San Crispino a Orvieto, alle 16, si terrà una conferenza pubblica, durante la quale il generale Mario Sperduti tratterà il tema “Testimonianze su episodi, comportamenti e curiosità riguardanti il colonnello Gianfranco Chiti”, mentre il generale Vincenzo Manca presenterà il libro dal titolo “Il generale arruolato da Dio”, pubblicato da Intermedia edizioni. Alle 17,30 si terrà la Santa Messa celebrata dal padre provinciale dei Cappuccini di Roma, Padre Gianfranco Palmisani.
Domenica 26 novembre, alle 11.30, in Duomo, si svolgerà invece la solenne concelebrazione in memoria di Padre Gianfranco Maria Chiti.
La grande notizia è che il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione di Padre Gianfranco Chiti è terminato e nel pomeriggio del 5 gennaio 2019, nel duomo di Orvieto, si svolgerà una liturgia per celebrare la chiusura di tale processo. La figura di Padre Gianfranco è sempre viva nelle memoria di chi lo ha conosciuto, sia da militare che da francescano e sacerdote, e in tutti c’è il vivo desiderio di vedere presto riconosciute dalla Chiesa le virtù da lui praticate in maniera elevata e costante.
Gianfranco Maria Chiti – Ha vissuto una vita fuori dal comune. Combattente nella seconda guerra mondiale sul fronte greco-croato e russo, guidò una compagnia di granatieri di Sardegna nella drammatica campagna di Russia da cui tornò con una ferita al piede, un congelamento alle gambe ed una medaglia al valor militare. L’8 settembre 1943 non accettò l’armistizio imposto dal Re e aderì alla Repubblica sociale italiana. Internato per questo dagli Alleati nel campo di concentramento di Coltano, nel dopoguerra fu riammesso in servizio e intraprese una brillante carriera nell’Esercito Italiano che lo portò al grado di generale di brigata e al comando della prestigiosa scuola allievi sottufficiali di Viterbo. Nel 1978, rispondendo ad una vocazione che da sempre alimentava il suo cuore, decise di vestire l’abito religioso come novizio dei Cappuccini a San Mauro di Rieti, dove venne ordinato sacerdote quattro anni dopo. Inviato a Orvieto come custode del convento di San Crispino, struttura ridotta a un cumulo di macerie, padre Chiti trasformò quel luogo in un’oasi spirituale in cui, fino all’ultimo, accolse, consigliò, consolò e ispirò con la fede e la sua foltissima personalità centinaia di persone.