di Paolo Borrello
Agli inizi del prossimo anno si terranno le primarie per eleggere il nuovo segretario nazionale del Pd. Non sono ancora noti tutti i candidati che si presenteranno. Ma è certo che si candiderà Nicola Zingaretti, presidente della Giunta regionale del Lazio.
Non credo, purtroppo, che le primarie potranno essere l’occasione per realizzare quel radicale processo di rinnovamento del Pd che sarebbe necessario. Potrebbero forse essere l’inizio di quel processo solo se, a mio avviso, Zingaretti vincerà. Zingaretti infatti è l’unico dei possibili candidati che, se eletto segretario, potrà appunto iniziare quel processo di rinnovamento del Pd che ho poco sopra citato.
Fra i diversi motivi che mi hanno indotto a tale conclusione è la valutazione che solo con Zingaretti si potrà determinare il necessario ridimensionamento di Matteo Renzi che, nonostante le dimissioni da segretario e nonostante le ripetute e pesanti sconfitte di cui non è stato l’unico responsabile ma il principale sì, pretende ancora di influenzare pesantemente l’azione del Pd. Non sarà certo ridimensionato Renzi se vincerà un candidato da lui sostenuto.
Non posso non rilevare a questo punto che io sono stato un convinto sostenitore di Renzi perché pensavo che potesse radicalmente cambiare il Pd e poi il governo del nostro Paese. Ciò è avvenuto in parte all’inizio della sua leadership, ma successivamente Renzi ha compiuto tutta una serie di errori, alcuni dei quali molto gravi, peraltro mai da lui riconosciuti, che avrebbero dovuto spingerlo a interrompere o ad attenuare considerevolmente la propria attività politica, per un certo numero di anni, come hanno fatto in passato altri segretari del Pd, o dei partiti che lo hanno creato, che si sono dimessi dal proprio incarico.
Certo, Zingaretti non è, a mio avviso, il migliore candidato possibile. Sarebbe stato necessario un candidato di “rottura”, estraneo all’attuale gruppo dirigente, maggiormente in grado di realizzare quel processo di radicale cambiamento del Pd ancora auspicato da molti. Ma, ripeto, Zingaretti, rispetto agli altri possibili candidati, è l’unico che può essere in grado almeno di iniziare quel processo.
Pertanto, ho deciso di sostenerlo e spero che anche ad Orvieto siano in molti a farlo. E sarebbe opportuno costituire, quanto prima, nella nostra città un comitato a sostegno di Zingaretti (chi intende impegnarsi in questo senso mi può anche scrivere a pborrello@virgilio.it).
La vittoria di Zingaretti, poi, potrebbe avere anche degli effetti sul risultato delle prossime elezioni comunali che si terranno ad Orvieto nel mese di maggio del 2019. Infatti la vittoria di Zingaretti potrebbe rafforzare il Pd a livello nazionale e forse anche a livello locale, condizione questa necessaria seppur non sufficiente affinchè il centrosinistra sia in grado di vincere le elezioni comunali del 2019. Altre condizioni, la scelta di un candidato e di un programma all’altezza delle necessità, nell’ambito della quale sia previsto un ampio coinvolgimento dei cittadini orvietani, iscritti e non iscritti ai partiti, senza che decisioni importanti siano prese soltanto da pochi esponenti di quanto rimane dei partiti del centrosinistra orvietano. Altrimenti, sarebbe inevitabile la vittoria del centrodestra, esito che rimane comunque molto probabile, evento non certo “tragico” ma che non garantirebbe, a mio avviso, di affrontare nel miglior modo possibile i problemi della nostra città.