di Franco Raimondo Barbabella
“Questo documento nasce in vista della consultazione elettorale di primavera, un appuntamento civico e politico importante verso il quale riteniamo di dover proporre una visione dei problemi e delle strategie di governo, focalizzando l’attenzione sugli aspetti che per questo riteniamo più rilevanti”.
Così inizia il documento che la libera associazione CoM (Comunità in Movimento) presenterà pubblicamente il prossimo 7 dicembre, alle 17.30, nella Sala del Governatore in Palazzo dei Sette. L’intento è di stimolare una discussione costruttiva sui problemi di governo della nostra città in un’ottica territoriale, sul modo di affrontarli e sulle possibili strategie di soluzione.
Ci sembra necessario farlo innanzitutto perché la politica tradizionale ha fallito soprattutto su un punto, quello delle idee e della visione strategica, a cui ha rinunciato per impigliarsi nel groviglio degli accordi tra gruppi e persone nell’illusione che governare sia solo un problema di numeri. Nella realtà complessa di oggi se non si ha una strategia non si va da nessuna parte. Ad essa poi devono ancorarsi le persone disponibili ad impegnarsi e più adatte ad attuarla per serietà e competenza. Tutte cose difficili, ma non può essere che così.
Nonostante sia evidente a tutti che la strada della rincorsa agli accordi senza progetto non porta da nessuna parte, sembra che su di essa si sia incamminata ancora una volta una miriade di soggetti diversi, che da mesi si muovono, a dire il vero a quanto pare con scarsa efficacia, alla ricerca di possibili cordate e di candidati a sindaco. Senza sapere però a che cosa servano quelle cordate, su che cosa si chiederà il consenso e che cosa dovrà fare quel sindaco. Noi pensiamo che questa logica sia frutto di una visione povera e del tutto inadeguata ad affrontare una realtà difficile, complessa, che richiede perciò visione, lucidità e coraggio.
C’è necessità di rinnovamento, ma sul rinnovamento bisognerà intendersi molto bene. Da molti anni questo termine domina la scena. Tempo addietro bastava dire giovani e donne e sembrava che bastasse questo per fare rinnovamento pur mantenendo intatte tutte le logiche tradizionali. Poi il rinnovamento ha preso la strada di una sostituzione radicale delle classi dirigenti, questa volta con la logica del “levate te che me ce metto io”, peggiorata da incompetenza e demagogia. Prima ci sono voluti anni per capire che il rinnovamento anagrafico non basta, ora sono bastati mesi per capire che l’improvvisazione e la sostituzione di personale politico inadeguato con personale politico ancora peggiore può fare più male di quello ereditato.
Dunque siamo in una fase molto delicata, di quadro generale e di prospettive locali. Il tentativo che fa CoM è di riportare la discussione sulle questioni fondamentali, di sostanza, di strategia, di metodo. Per innestare su queste la scelta di una classe dirigente in grado di produrre il cambiamento vero in quanto dice come stanno le cose, indica le linee di azione e propone il modo per impegnare la comunità nel governo del suo stesso destino.
Se c’è una cosa che è più chiara di tutte le altre, infatti, è che Orvieto negli anni ha perso ruolo e potere, va a rimorchio e con affanno, raccoglie talvolta qualche briciola, ma non conta, non partecipa alle decisioni strategiche. Sembra che abbia accettato di farsi governare invece di governarsi. Occorre dunque una svolta. Il documento ragiona su questo e indica tre linee di fondo per un rilancio effettivo: la riconquista di un ruolo territoriale, la creazione di lavoro, l’attrazione di nuovi residenti. Per ognuno di questi aspetti vi sono proposte che nel complesso indicano una nuova strategia di sviluppo per cui pensiamo varrà la pena di impegnarsi.
Nel successivo numero della rubrica entrerò seppure sommariamente nel merito delle analisi e delle tematiche che lì vengono affrontate in modo compiuto. L’augurio è che finalmente la discussione su come andare al rinnovo dell’amministrazione comunale prenda la via di un confronto aperto fatto di ragionamenti e non di slogan e che anche chi finora è stato alla finestra o si è del tutto estraniato prenda consapevolezza che non basta dire che le cose non vanno per farle andare e non basta dire cambiamo per cambiare sul serio.